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 2016  aprile 26 Martedì calendario

Lo sfortunato Paolo Becchi che ha pubblicato il libro contro Casaleggio proprio il giorno in cui è morto

Era l’«ideologo», il «filosofo», il «professore» del Movimento 5 Stelle, tutte definizioni in cui Paolo Becchi, con la sua barba pensosa da profeta biblico, aveva l’aria di sguazzare beato, benché nel suo nuovo libro, Cinquestelle & Associati, si dica infastidito e anche un po’ indignato dal «giornalismo di bocca buona» che gli aveva assegnato questa ridicola parte in commedia. Ideologo o no, Becchi è uscito dal movimento, anzi dal MoVimento. Becchi sostiene dice d’essersi stufato dell’antipolitica pentastellare e pertanto «disiscritto» di sua spontanea volontà dall’antipartito. A tutti gli altri (sbaglieremo) sembra di ricordare che Beppe 5 Stelle in persona l’avesse rimesso al suo posto con quello che aveva tutta l’aria d’un «vaffa». Se non era un’espulsione, poco ci mancava.
A dimostrare che l’uscita di Becchi da Grillology (anzi, da Casaleggiology, come direbbe lui) sia stata meno pacifica di come la racconta il professore ordinario di filosofia del diritto all’università di Genova è il ritratto dei due leader del MoVimento che esce dal suo pamphlet. In particolare (detto da vivo) dell’«ayatollah»: Gianroberto Casaleggio, che «senza mostrarsi troppo all’esterno, dall’interno dirige l’orchestra e spadroneggia». Beppe Grillo, nel libro, appare come una figura un po’ patetica, di secondo piano, molto meno popolare d’un tempo tra i militanti, politicamente defilato e ridimensionato, desideroso «di tornare in televisione come comico con un suo spettacolino (forse ne ha bisogno anche economicamente)». Gli «ascolti» del blog sono, dice sempre Becchi, in caduta libera, come le tirature dei giornali, se non peggio.
Da MoVimento che era, l’M5S è diventato un ParTito. «Orfano di Grillo», scrive Becchi, «e privo ormai della sua originaria carica rivoluzionaria, il MoVimento si sta strutturando in modo certo originale ma nella sostanza non dissimile dai partiti tradizionali». A governarlo come un’azienda familiare – qualcosa che neppure il Caimano, l’imprenditore prestato alla politica per definizione, ha mai fatto con Forza Italia e sigle affini – c’è l’autore di Veni, Vidi, Web recentemente scomparso. È lui la bestia nera di Casaleggio & Associati, un pamphlet uscito un po’ macabramente il 12 aprile, nel giorno della morte di Casaleggio. «Della figura di Gianroberto Casaleggio si dovranno in futuro occupare gli scienziati della politica. Siamo in presenza d’un anonimo individuo che, utilizzano la popolarità e il carisma d’un celebre comico, è riuscito – grazie a un blog intitolato a Grillo, ma opera di Casaleggio – a creare dal nulla una ragguardevole forza politica che aspira a governare un intero paese e della quale ha ora il controllo assoluto. Si tratta in effetti di qualcosa di unico nelle democrazie occidentali. Perché il dato di fondo che pochi sembrano avere compreso è che Grillo rappresentava il MoVimento di lotta, mentre oggi Casaleggio manovra il M5S di governo».
Morto Casaleggio, il pamphlet di Paolo Becchi diventa ipso facto un libro contro Davide Casaleggio, suo figlio, che ha ereditato la proprietà e il controllo dell’antipartito, e contro il direttorio, composto dai tre o quattro Golden Boy 5 Stelle da talk show. Non è però un pamphlet contro «Belin Laden» (come Vincino chiama il «celebre comico»). Grillo, sempre più «stanchino», è snobbato anche da Becchi.