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 2016  aprile 26 Martedì calendario

L’uomo vive di più e la donna un po’ di meno

Lui, lentamente, sta guadagnando terreno. Lei, invece, si è fermata e rischia di farsi raggiungere. Lui, in Italia, è arrivato ad una speranza di vita di 80,1 anni come segnala l’Istat mentre lei da 85 del 2014 scende leggermente e si attesta a 84,7. In pratica la donna, oggi, può continuare a pensare di vivere, in media, cinque anni più dell’uomo. Sì, oggi è così. Come testimonia l’esercito di vedove che popola il nostro paese.
LE SCOSSEMa, qualcosa sta cambiamento. Scosse minime, scostamenti quasi impercettibili in alcune regioni ma i demografi già parlano «dell’inizio di una inversione». E l’inversione sta nel constare, appunto, che gli uomini iniziano a vivere un po’ di più mentre le donne rivelano uno stop se non un leggero arretramento.
Un rimescolamento di carte che disegna uno scenario assai diverso da quello che avevano fino adesso davanti ai nostri oggi. Il cammino è lungo, avvertono gli specialisti, ma i primi passi sono stati fatti. E non si prevedono ulteriori inversioni se lui continua a dare più attenzione alla sua salute e lei smette di copiare il partner nei comportamenti più a rischio. Come fumo, stress, disinteresse per i malanni.
«Lentamente l’aspettativa di vita per i maschi e le femmine si sta modificando – spiega Carla Collicelli sociologa vice direttore generale Fondazione Censis – Possiamo dire che il neonato, rispetto a qualche anno fa, ha una speranza maggiore. Mentre lei è ferma al palo. Per arrivare al pareggio, però, ci vuole ancora tanto tempo, direi una quindicina d’anni. I due sessi si stanno avvicinando cambiando in modo significativo la nostra geografia demografica. La crisi per molti può diventare un ostacolo difficile da superare, sia che siano uomini sia che siano donne».
Per parlare di “piena parità”, dunque, dobbiamo aspettare ma chi si occupa della salute degli anziani (gli over 65 sono il 20% della popolazione e si prevede che la cifra salirà al 26,,5% entro il 2030)ha già fotografato i comportamenti che hanno portato a questo, in parte inaspettato, cambiamento di marcia.
LE CURE«Sia lui che lei, negli ultimi tempi, hanno cambiato in modo radicale gli stili di vita – commenta Claudio Cricelli presidente della Società medici di medicina generale – e se guardiamo lontano non possiamo che vedere il maschio più forte che si cura di più e guadagna mesi anche grazie a nuove terapie mentre lei si sta abbandonando a scelte autolesioniste. Parlo del fumo con conseguenti patologie polmonari compreso il cancro ma anche dello stress che fa alzare la pressione e minaccia il cuore. Proprio da un punto di vista cardiologico possiamo parlare di una rincorsa verso malattie che, una volta, erano solo appannaggio di lui».
LE SIGARETTELui ha «cominciato a svegliarsi», secondo i medici. Lei a trascurarsi. Le donne, infatti, dopo che per cinque anni consecutivi avevano mostrato buona volontà nel togliersi il vizio del fumo, tra il 2014 e il 2015 sembrano aver esaurito la motivazione a smettere. La percentuale di fumatrici è passata infatti dal 15,3% del 2013 al 18,9% del 2014. Sono 4,1 milioni. Vanno meglio gli uomini (scesi dal 25% al 24%) e sono poco più di 6 milioni. 
«Certo è che lui sta facendo più prevenzione – aggiunge Carla Collicelli – e lei, sempre più occupata ad accudire la famiglia, si carica dello stress in casa e fuori casa».