il Fatto Quotidiano, 26 aprile 2016
Comédie humaine degli Amici di Maria De Filippi
Quel pozzo senza fondo di scoop che è la Lettura del Corriere della Serace ne regala due in un colpo solo: i programmi di Maria De Filippi sono la nuova Comédie humaine. Come Balzac e Maupassant, Maria si limita a portare alla ribalta i tipi presenti dalla realtà sociale. Primo scoop: dunque anche Balzac e Maupassant non hanno inventato niente. Secondo scoop: anche la De Filippi è una narratrice onnisciente, il suo tronista di oggi vale il Bel Ami di ieri. Sarà veramente così? Tronisti si nasce e non si spera di diventarlo guardando Uomini e donne? Tina Cipollari è tutti noi? È vero che la De Filippi non costruisce a tavolino i suoi eroi; ed è vero che certa “gente comune” è fatta di aspiranti vip. Ma l’Italia è davvero tutta qui? Veline e sirenetti che si corteggiano in diretta, famiglie entusiaste di lavare in pubblico (ma non gratis) i propri panni? Vedendo il programma più riuscito della De Filippi, Amici (Canale 5, sabato sera) si ha la sensazione che sia ispirato non al romanzo, ma al circo ottocentesco. Con la sua pedana rotonda, Amici è strutturato come uno spettacolo circense; ci sono i concorrenti-acrobati, i giurati-clown, la belva esotica (l’ospite d’onore), il numero finale al trapezio con l’eliminazione di un concorrente. Maria osserva tutto attenta ma defilata, giusto un colpo di frusta ogni tanto, quando i leoni devono salire sugli sgabelli, ben consapevole che il circo è l’immagine rivelata di una certa Italia. Poco Balzac, molto Darix Togni.