Corriere della Sera, 26 aprile 2016
La pagella della Juventus campione d’Italia, dal 10 di Buffon in giù
10 BUFFON Il record di imbattibilità di Seba Rossi durava dal 1994, chissà quanto resisterà il suo di 973 minuti. Ma i giorni chiave – a parte la nascita del terzo figlio a inizio gennaio – sono anche altri. Dopo il k.o. col Sassuolo alza i toni: «Alla mia età non vado in giro a fare figure da pellegrini». Tre giorni dopo nel derby è il migliore in campo: la striscia record di 15 vittorie inizia lì. Le ultime esibizioni con Milan e la Fiorentina sono le migliori. Infinito.
8 BARZAGLI San Siro, 18 ottobre: la piccola Juve di inizio stagione pareggia 0-0 contro l’Inter seconda in classifica e festeggia come una vittoria. Il migliore è Barzagli, che – soprattutto da esterno della difesa a 4 – fa alcune partite perfette. Dopo la scorsa stagione, rovinata dagli infortuni, è tornato su altissimi livelli.
8,5 BONUCCI Tra i capolavori appesi nel museo dello scudetto trova posta anche il suo salvataggio acrobatico su Higuain nella supersfida del 13 febbraio contro il Napoli. Pesante anche il gol all’Inter. Due facce di un difensore sempre più completo. Sempre più leader.
7,5 CHIELLINI Solo 20 partite giocate dall’inizio, a causa degli infortuni e delle ricadute. Ma nella grande rimonta, è uno degli attori protagonisti.
7,5 LICHTSTEINER Per la prima volta deve fare i conti col turnover, alternandosi con Cuadrado. I compiti di spinta (e gli assist) sono stati minori e fino adesso è al suo primo campionato senza gol. Ma solidità e continuità sono sempre state garantite: per informazioni chiedere a Insigne, annullato allo Stadium.
8 KHEDIRA Ha cominciato a giocare a ottobre a causa di un infortunio, che non è rimasto l’unico. La sua importanza – fisica, tecnica ma soprattutto tattica – è stata notevole. Ha segnato anche 5 gol. Una colonna.
8 MARCHISIO Pure lui tormentato dagli infortuni, fino alla rottura del legamento crociato. Quando ha preso il ritmo lì nel mezzo si è confermato un regista sempre più completo, formando un trio insostituibile con Khedira e Pogba.
8,5 POGBA Di cosa parliamo quando parliamo del Polpo? Delle sue giocate deliziose (11 assist), dei suoi gol (già 8) o del fatto che per la prima metà di stagione è stato latitante? La continuità si è vista solo negli ultimi due mesi. È stato un bel vedere, ma può ancora crescere.
8 EVRA Anche lui come Buffon ha scosso la squadra con le sue parole nel momento più difficile. Sul campo, la concorrenza con Alex Sandro gli ha fatto bene.
9,5 DYBALA Il maghetto argentino ha messo la bacchetta in 24 gol, facendone 16 con 8 assist. E non è ancora finita. I più importanti sono stati al Milan all’andata e alla Roma al ritorno, il più bello è stato quello a giro contro il Sassuolo. All’inizio ha fatto 3-4 panchine anche per i carichi di allenamento extra: la trasformazione fisica e tattica è durata comunque meno del previsto. Nessuno si aspettava un impatto così forte: non è mai stato più di 4 partite senza segnare. Una crescita che ha fatto dimenticare il prezzo (40 milioni). E anche Tevez.
8,5 MANDZUKIC Non è giovane, non è glamour, non fa gol spettacolari. Ma Manzo ha fatto gol pesanti (Fiorentina, Carpi all’andata, Empoli, Milan, ancora Fiorentina al ritorno) e quando non ha segnato, ha corso, fatto a spallate, preso (e dato) botte a volontà. Per la capacità di aprire gli spazi, si è rivelato il partner ideale per Dybala: da quando hanno cominciato a fare coppia fissa a novembre la Juve è risalita.
8 CUADRADO Due anni fa Conte si dimise anche per il suo mancato arrivo. E a luglio se lo ritroverà al Chelsea. Per Allegri molto spesso è stato l’uomo dell’ultima mezzora e in diverse sfide molto bloccate come il derby d’andata, il Genoa e la Roma allo Stadium, ha risolto con gol e assist. E col suo cambio di passo.
7,5 ALEX SANDRO Ha giocato meno del previsto, ma quello che si è visto è stato una crescita continua e molto interessante: sia nella capacità di fare cross decisivi, che nelle fasi di copertura. Fisicamente è una forza, il futuro sulla fascia è tutto suo.
7 MORATA Quasi quattro mesi senza segnare tra ottobre e gennaio, poi si è sbloccato con una doppietta al Chievo, ma la sua partita migliore l’ha fatta in Champions a Monaco. In campionato è entrato soprattutto dalla panchina, con prestazioni altalenanti e il gol decisivo per il titolo alla Fiorentina.
7 STURARO La curva canta «Sturaro picchia per noi» e lui non si fa pregare. Attento e utile, dopo la stagione della sorpresa, è arrivata la controprova.
7,5 ZAZA Il vero gol scudetto è quello contro il Napoli e porta la sua firma. Non è certo poco. Ha fatto altri 3 gol. Poteva fare di più? Forse sì.
7,5 RUGANI Adattamento non facile né veloce, ma piuttosto ben riuscito a giudicare dagli ultimi 2 mesi. E dalle prospettive future.
6,5 HERNANES Marotta ha detto che «non è certo un fenomeno». Allegri lo chiama Hernanez e lo ha bocciato da trequartista. Quando rimpiazza Marchisio fa il suo, senza svolazzi.
6,5 gli altri Gli infortuni hanno limitato due giocatori importanti un anno fa come Pereyra e Caceres. Lemina si è visto poco e costa 9 milioni per il riscatto. Padoin, gregario ideale, si è pure tolto lo sfizio del gol contro il Palermo: prezioso.
8,5 ALLEGRI Dalle montagne russe che rischiavano di fargli girare la testa alla fuga senza freni. Passando per la frase culto: «Sono come il pesce ratto, che piace o non piace». In realtà il menù – a parte gli infortuni indigesti – prevede qualcosa di più: freddezza nel momento più difficile, capacità di gestire i giovani, lucidità nella lettura delle partite. Questo scudetto sembra un nuovo inizio.