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 2016  aprile 26 Martedì calendario

L’associazione Rousseau, ecco la prima mossa di Casaleggio jr

Nel M5S finisce una diarchia e ne inizia un’altra. Se quella formata da Grillo e Casaleggio era una reggenza di fatto, tenuta personalmente dai fondatori del Movimento, questa che si sta tracciando ora è tutta di diritto, basata sulla costituzione di enti privati che proseguano il lavoro dei due e lo trasportino nella nuova fase che si aprirà da qui alle prossime elezioni politiche. Il partito e la sua fondazione, si potrebbe dire senza tema di smentita se i Cinquestelle non fossero allergici alla prima parte della definizione. In ogni caso lo schema è chiaro: prima c’è stata la costituzione dell’associazione Movimento Cinque Stelle, ieri il secondo passaggio.
Lo stile essenziale, quasi ascetico, sembra quello di suo padre. Il tono, diretto e informale, invece è tutto suo, di Davide Casaleggio. Nel M5S nel pieno di una fase di profonda trasformazione è stato il figlio del fondatore a prendere la parola per spiegare che d’ora in avanti la gestione delle varie piattaforme del Movimento confluirà dentro un’unica pancia, Rousseau, che a sua volta verrà controllata prima da un’associazione ad hoc e poi, quando sarà pronta, dalla fondazione Gianroberto Casaleggio, gestita appunto dal figlio Davide. Di questa fondazione, spiega il fondatore in un messaggio postumo pubblicato sempre ieri in calce a quello del figlio, faranno parte anche esponenti del M5S.
Nel frattempo il nome di Grillo scomparirà anche dal suo blog, che prenderà il nome di «blog delle stelle». Un passaggio quasi naturale, dato che i testi erano già elaborati tutti a Milano, in via Morone, al quartier generale della Casaleggio Associati. Eppure tanto più significativo in quanto fa seguito alla scelta di togliere ogni riferimento a Grillo anche dal simbolo elettorale dei Cinquestelle.
Il M5S, di cui il comico finora era considerato anche formalmente il capo politico, diventa a tutti gli effetti dei parlamentari, soprattutto dei deputati in realtà, guidati dal direttorio che fa capo a Luigi Di Maio. Mentre Grillo resterà un mero garante dell’associazione nel suo ruolo di presidente.
Nel nuovo schema le decisioni politiche più importanti arriveranno dall’impulso politico del direttorio e diventeranno esecutive dopo il passaggio in rete nella nuova piattaforma in un gioco continuo di rimandi.
La prima potrebbe essere quella sullo ius soli. Di Maio ha spiegato ai suoi che i tempi sono maturi per intestarsi una battaglia politica per ottenere una versione moderata di quel provvedimento provando a sfidare il Pd sui diritti civili nel tentativo di drenare consenso sul fianco sinistro del partito di Renzi. Quello che gli crea più difficoltà nell’asse di governo con i moderati.
Il ragionamento è semplice: se il M5S insegue il Pd al centro per guadagnarsi le spoglie del centrodestra la maggioranza resta. Se prova a toccare le ali estreme allora il governo balla, il risultato del referendum si fa più incerto e le elezioni politiche si avvicinano: proprio quello che vorrebbe Di Maio, confidando nell’onda lunga delle amministrative sulle quali nel M5S si ripongono moltissime aspettative. Con qualche fondamento.