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 2016  aprile 23 Sabato calendario

Digiunare una volta a settimana fa bene al corpo e al cervello

«Un giorno di digiuno alla settimana, una settimana al mese, un mese all’anno» predica un vecchio detto. Il gruppo dei digiunatori è in crescita. Si fa forza sul web, decantandone le qualità terapeutiche. Ma un seguace autorevole come l’oncologo Umberto Veronesi sottolinea che «non è una pratica da imitare tout court».
Il confine tra ortodossia e ossessioni salutiste è labile, «ma resoconti oggettivi confermano la validità del digiuno, che arriva a regalare fino 10 anni di vita in più», spiega Massimo Melelli Roia, medico esperto di iridologia e medicina cinese, citando lo studio sui segreti dell’invecchiamento pubblicato dal National Institute on Aging diretto da Valter Longo.
«Il digiuno viene dalla notte dei tempi, ha potenzialità enormi. Disintossica e reintegra le cellule. Combatte l’invecchiamento, favorisce l’elasticità dei tessuti perché elimina i radicali liberi che distruggono le fibre elastiche – spiega l’autore di Il digiuno come cura e prevenzione (Tecniche nuove) —. Si ha un miglioramento del sistema immunitario e un aumento delle cellule staminali nei vari organi, compreso il cervello, a vantaggio di lucidità e memoria».
Melelli Roia assicura che il digiuno, solo con integrazione di liquidi non calorici(praticato dalle due alle 4 settimane, con sedute quotidiane di agopuntura) «è utile anche nelle malattie autoimmuni». E fa bene anche alla forma. «Favorisce l’equilibrio metabolico: era credenza che la massa magra soffrisse, gli ultimi studi dimostrano che a essere intaccata è la massa grassa. Il mio consiglio per tutti, però, è un giorno di digiuno la settimana per un effetto curativo e preventivo, più che dimagrante».
C’è chi sceglie di farlo al lavoro per distrarsi dalle tentazioni e chi preferisce isolarsi nel fine settimana, dedicandosi a letture, meditazioni e riposo. È fondamentare idratare l’organismo con almeno 2-3 litri di liquidi, «acqua, infusi (non zuccherati), uno, massimo due caffè».
Henri Chenot ha inserito un giorno di digiuno nel suo metodo detox praticato dagli sportivi al Palace hotel di Merano. Per una giornata si assumono solo acqua, infusi e brodi vegetali. «Ma – sottolinea – il digiuno è un problema complesso, non va preso alla leggera, dipende dalla salute della persona. Vietato a diabetici, donne in gravidanza, bambini. Con un controllo medico per capire se il corpo è in grado di sopportarlo senza conseguenze, perché l’uomo è fatto per assumere alimenti per 24 ore e mantenere la temperatura a 37 gradi. Se si avverte debolezza, verso le 11 e le 17, consigliamo una mela» continua l’autore di Vivere sani (Mondadori).
«Il digiuno è una scelta di vita, legata anche a fattori etici – interviene Giorgio Calabresi nutrizionista, docente all’università Federico II di Napoli —. Sono contro la privazione totale, specie se protratta, perché causa acetonemia, e infatti nelle cliniche del digiuno per contrastarla viene somministrata acqua e miele.
Sono invece favorevole al mini digiuno: se si sente di aver mangiato in eccesso e si avverte nausea o acidità di stomaco, l’ideale è compensare con un pranzo leggerissimo – passato di verdura, tè – e cena ricca di verdure e frutta. Trasformandolo nel nostro appuntamento con la depurazione».