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 2016  aprile 23 Sabato calendario

Il pugile romano che sequestra il figlio a una madre per riavere i debiti di droga

A metà marzo il suo fallito assalto al titolo europeo dei mediomassimi al Palaboxe del Tiburtino era stato accompagnato da una maxi rissa in platea, con una bimba ferita alla testa da una sedia lanciata sul pubblico. Ieri mattina Mirco Ricci, 25 anni, il «Predator» del ring, già campione italiano e anche intercontinentale Wba (nel 2015) di categoria, è tornato ancora una volta alla ribalta delle cronache, dopo il ferimento subìto e l’arresto per lesioni e rapina nel 2014: la polizia lo ha arrestato per aver rapito un bambino di 9 anni, figlio di una donna che secondo il boxeur gli aveva rubato una piccola partita di droga.
Con Ricci sono finite in carcere la complice che teneva segregato il ragazzino a casa sua – Sonia Cataldi, 25 anni —, in un residence del Comune a Val Cannuta, fra Boccea e Aurelio, e la madre del pugile, Palma Condemi (54). Come lui sono state arrestate in flagranza per sequestro di persona aggravato a scopo di estorsione. Fermata invece la sorella del campione, Francesca Ricci (30), accusata proprio dal bimbo rapito ascoltato dalla Squadra mobile in audizione protetta dopo essere stato liberato.
Ma per 48 ore gli investigatori, diretti da Luigi Silipo, e la madre del bambino, hanno davvero temuto il peggio. Poi un’intercettazione telefonica – Cataldi che parlava con il compagno – ha svelato ai poliziotti la pista giusta: «Voglio mamma, voglio tornare a casa!», le grida del bambino sono risuonate sullo sfondo della conversazione. «Ma che c’hai un altro figlio?», ha chiesto ingenuamente il compagno della sequestratrice. E lei ha risposto dicendo che si trattava invece del figlio della presunta debitrice. A quel punto gli agenti hanno capito tutto e sono piombati a Val Cannuta scoprendo solo dopo tre perquisizioni, in un labirinto di appartamenti, quello dove il ragazzino veniva tenuto nascosto.
Il debito contestato alla madre era di 5.150 euro. «Se non paghi te lo ammazziamo», avrebbero detto alla mamma, più volte – secondo la ricostruzione della Mobile —, Ricci e la madre, che per qualche ora, dopo il rapimento, ha tenuto l’ostaggio terrorizzato. Una minaccia ritenuta credibile, concreta. Anche perché all’alba di mercoledì il pugile si è presentato con la sorella a casa della vittima e come prima cosa, per vincere ogni resistenza, l’ha presa a pugni fratturandole le costole. Poi ha trascinato via il suo bambino. Un incubo dal quale il ragazzino si è svegliato solo ieri mattina.