Il Messaggero, 23 aprile 2016
Una strage misteriosa in Ohio: trovati otto cadaveri, ma del killer non si sa nulla
Una nuova sparatoria tra le mure domestiche ha mietuto ieri le vite di 8 persone tra cui un ragazzi di 16 anni. Risparmiati dalla furia omicida due bambini e un neonato. È accaduto nel piccolo villaggio di Piketon in Ohio, un centinaio di chilometri a sud est di Cincinnati. La polizia nelle prime ore dell’indagine non era ancora riuscita a stabilire se la persona che ha sparato era tra le vittime o se fosse ancora libera, e le scarse risorse disponibili nel locale distretto di polizia erano tutte occupate ad accertare i fatti.
PICCOLA COMUNITÀ
La strage è avvenuta la mattina presto, a cominciare da una casa isolata nel verde delle colline degli Appalachi, una delle zone più povere d’America. Piketon è stata sede durante gli anni della guerra fredda di un impianto nucleare che trattava l’uranio. Il quale è stato chiuso soltanto cinque anni fa e da allora è ancora in fase di decontaminazione. La piccola comunità di 1.800 persone che ci vive conta il 100% di povertà tra i neri, e un 37% tra i bianchi.
Cosa abbia scatenato la follia omicida non è ancora chiaro. Alle 8:30 di mattina lo sceriffo della locale stazione di polizia ha mandato i suoi agenti sulla scena di quella che deve essere stata la prima sparatoria, alla quale pare che abbiano fatto seguito altre due, sempre entro i confini del villaggio, ma in altre due case, probabilmente tutte appartenenti allo stesso gruppo familiare.
TRE GENERAZIONI
Da quel momento l’intera contea di Pike è entrata in una sorta di coprifuoco, con le due scuole serrate a proteggere i bambini al loro interno, e la comunità rifugiata nella chiesa evangelica Union Hill a cercare protezione e conforto. È stato il parroco Phil Fulton a comunicare ai fedeli il numero delle vittime; in un primo momento anche i due bambini e il neonato erano stati dati per morti. I tre piccoli sarebbero i nipoti del bersaglio principale: una donna che è stata uccisa insieme al suo ex marito e ai figli adulti.
Il fatto che abbia potuto agire indisturbato in tre separati indirizzi (forse addirittura un quarto, dove sarebbe stata ritrovata un’ottava vittima), e che abbia avuto il tempo necessario per gli spostamenti e le esecuzioni dipende dalla scarsa popolazione della zona, dove le case sono separate a grande distanza l’una dall’altra e dove nessuno è spaventato dai frequenti colpi di fucile sparati dai cacciatori. Il caso è così drammatico da aver attirato l’intervento del ministero della Giustizia dello stato dell’Ohio, che ha inviato il suo portavoce Dan Tierney nella contea a comunicare con la stampa. Tierney è stato finora avaro di dettagli per l’inchiesta in corso, ma ha confermato che decine di agenti sono al lavoro per documentare quanto è accaduto. Tra loro ci sono specialisti cibernetici, probabilmente nella speranza che i motivi del massacro, a questo punto ancora ignoti, possano essere rivelati dall’apertura di computer e di cellulari. Sul caso è stato chiamato ad esprimersi anche il governatore dell’Ohio John Kasich, attualmente impegnato nella campagna presidenziale tra le fila dei repubblicani. Kasich, che nei mesi scorsi ha avuto ripetute occasioni di ribadire il suo appoggio al secondo emendamento della costituzione americana e alla libera circolazione delle armi, ieri da definito quanto è accaduto a Piketon un evento «tragico», che «va ben oltre la capacità di comprensione».
Dal villaggio di Newtown in Connecticut, che nel dicembre del 2012 fu teatro della strage nella scuola elementare di Sandy Hook, giunge la notizia che un gruppo di genitori ha citato in giudizio l’azienda Bushmaster, costruttrice dell’arma automatica usata nell’assalto. La pubblicità del fucile, secondo i parenti delle vittime, era disegnata in modo da attrarre le attenzioni di un folle pluriomicida.