la Repubblica, 23 aprile 2016
La bellezza delle stelle di mare, predatori indefessi e sempre affamati. Ma senza denti
Ricci e cetrioli di mare appartengono alla famiglia degli Echinodermi. Come la stella, il cui nome scientifico è Asteroidea. Le stelle sono belle, hanno colori accesi e cinque braccia, ma possono arrivare fino a cinquanta.
Nonostante quel loro aspetto elegante e inoffensivo, le stelle di mare sono predatori indefessi e sempre affamati. Ma senza denti.
Così, se nuota loro vicino qualcosa di grande, cacciano fuori lo stomaco dalla bocca (sic) lo avvolgono intorno all’animale che vogliono mangiarsi e con gli enzimi della digestione lo decompongono, fino a ridurlo a una pappetta che sono in grado di aspirare. Con le ventose che hanno sulle braccia, placcano invece i molluschi, le cui valve sono capaci di spalancare. Più scarsa, va detto, la loro vita sessuale: si limitano infatti a deporre uova a terra mentre qualcun altro, contemporaneamente, butta là dello sperma. Le stelle con maggior desiderio di maternità, si impegnano a secernere una gran quantità di feromoni, grazie ai quali le larve le rimangono vicine. In alcuni casi, una creaturina viene al mondo semplicemente da un pezzo di braccio di un’altra, in virtù della loro capacità di rigenerarsi. Nel mondo delle stelle non esistono dunque genitori e figli, ma una galassia di bocche desideranti, aggrappate alla terra per mezzo di peduncoli. E tanta, tanta bellezza.