La Gazzetta dello Sport, 22 aprile 2016
Che brutto questo Milan delle tre B
Il Milan delle tre B. O il Milan 3B, se vi piace di più. Sembrava la ricetta ideale per continuare non solo a vincere, ma a convincere. Un mix di senso del gol, imprevedibilità e classe concentrata negli ultimi trenta metri. Un tridente tutto da affinare e oliare, è evidente, ma dal potenziale talmente alto da poter sopperire alla mancanza di affiatamento. Magari con una giocata singola. Questa era la teoria: la pratica è stata molto diversa. La prima linea rossonera ha floppato senza appello, e il risultato è un tabellino senza marcatori (e con una miseria di tiri nello specchio: soltanto tre). Il momento più basso ha riguardato Bacca. Brocchi ha deciso di sostituirlo al 25’ della ripresa con Menez, ed evidentemente Carlos era l’ultima cosa che si aspettava. I trenta secondi che ha impiegato per lasciare il campo sono stati ad altissima tensione. Dapprima ha bofonchiato verso l’allenatore, poi l’ha sfidato a lungo con lo sguardo – ricambiato –, quindi è uscito senza dare la mano a Menez e buttando a terra la giacca della tuta, e infine ha completato l’opera infilandosi immediatamente negli spogliatoi e lasciando San Siro in tempi rapidissimi con sguardo truce. «Era in trance agonistica – racconta Brocchi a fine gara –, ma è comunque una reazione a caldo da stigmatizzare, e che sicuramente non succederà più. Mi spiace solo non abbia dato mano al compagno perché il rispetto per il gruppo viene prima di tutto».
TROPPO LONTANO Parole dure, Carlos andrà incontro a una bella lavata di capo e probabilmente a una multa. E passiamo a un’altra B, quella di Balotelli. Dei tre davanti è stato anche stavolta il più volenteroso, ma a differenza della scorsa partita anche molto più fumoso. Okay girare per il campo alla ricerca di qualche spazio, ma il compito di una punta dovrebbe essere anche quello di attaccare l’area e affrontare l’uomo negli ultimi sedici metri. Non solo ad anni luce di distanza dalla porta. «Sono stato definito un sindacalista perché dicevo che Mario lotta per il posto di lavoro e deve farlo fino alla fine – raccontava Galliani nel prepartita –. Gli vogliamo bene. Sa che si deve riconquistare la permanenza e si sta dando da fare, l’ho capito dalla rincorsa su Dodò a Genova, mi sono quasi commosso. È una roba nuova la rincorsa di 50 metri. Può tornare a fare il bronzo di Riace come all’ultimo Europeo». Intanto lunedì a Verona non ci sarà: a punirlo è il giallo estratto da Guida, che farà scattare la squalifica. Boateng invece probabilmente si è escluso da solo. Condizione ancora troppo lontana, leziosità irritanti, scarse intuizioni e i fischi di San Siro. Pensavamo tutti fosse più avanti nella tenuta fisica. Anche Brocchi.