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 2016  aprile 22 Venerdì calendario

Valentino Zeichen è finito in ospedale e quando uscirà rischia di trovarsi senza casa. Storia di un eroico bohémien

Il mondo della cultura si stringe intorno a Valentino Zeichen, il grande poeta e scrittore colpito domenica scorsa da un ictus, pochi giorni dopo la sua esclusione dal Premio Strega. E alla preoccupazione per le sue condizioni cliniche — per fortuna sembra «in via di miglioramento », spiega la figlia Marta — si somma ora quella per il futuro del poeta 78enne, che da decenni vive in una casupola al Flaminio. A scrivere un appello, ieri, è stata Barbara Palombelli attraverso Dagospia, lanciando l’allarme su una possibile occupazione dell’abitazione di fortuna del poeta. E chiedendo «ai prefetti che governano Roma un gesto di umanità verso un intellettuale che rischia di non avere una stanza dove tornare dopo l’ospedale ». Un appello ripreso da molti. Ma a smentire che la povera casupola sia stata occupata, è la figlia Marta di fronte al cancello: «Sono venuta qui anche ieri, per controllare come fosse rimasta la casa, perché mio padre è stato colto dal malore mentre era uscito. Ma non c’è stata alcuna occupazione ». La preoccupazione però resta, perché — come ammette anche Elido Fazi, editore e grande amico di Zeichen — «non so se, quando Valentino sarà dimesso, potrà tornare a vivere lì, se le sue condizioni glielo permetteranno». Molti scrittori e intellettuali, da Elena Stancanelli a Edoardo Albinati, preoccupati per il poeta, stanno pensando a come mobilitarsi. Fazi racconta: «Anche ieri (mercoledì ndr), mentre eravamo in ospedale, Sandro Veronesi mi ha detto: “Dovremmo provare a fargli avere la Bacchelli” (la legge che ha istituito un fondo a favore di cittadini illustri che versino in uno stato di necessità ndr). Ma Valentino aveva sempre detto di essere contrario, non voleva nulla dallo Stato — e credo sarebbe contrario anche all’appello che è stato lanciato per lui. Ne dovremo parlare, in ogni caso, con sua figlia. Ma altrimenti lo aiuteremo noi amici». «L’unico appello che lancerei — prosegue Fazi — è ai giurati del Premio Strega per chiedere loro come mai uno dei più grandi poeti italiani, autore di un libro bellissimo come La Sumera sia stato escluso. Per Valentino è stato un grandissimo dispiacere, non voleva vincere, ma sperava di poter entrare almeno nella cinquina dei finalisti, di avere un riconoscimento ». Per quanto riguarda, invece, le sue precarie condizioni economiche, Fazi racconta: «Valentino ha fatto il poeta puro per tutta la vita, ha difeso la propria indipendenza e la propria libertà assoluta. Abitava in quella casupola da quando lo conosco, povera, sì, ma legata a ricordi come quelli degli amici e intellettuali che venivano ai suoi pranzi, la domenica, in cortile». E in molti si sono avvicendati al San Camillo per stargli vicino.