La Gazzetta dello Sport, 22 aprile 2016
La storia dei cittadini a cui entra un ladro in casa, e che gli sparano, e magari l’ammazzano, e poi passano i guai loro, fino al caso limite di Ermes Mattiello che avendo ferito a fucilate il ladro, rendendolo disabile, è stato condannato a risarcire il malvivente con 135 mila euro

La storia dei cittadini a cui entra un ladro in casa, e che gli sparano, e magari l’ammazzano, e poi passano i guai loro, fino al caso limite di Ermes Mattiello che avendo ferito a fucilate il ladro, rendendolo disabile, è stato condannato a risarcire il malvivente con 135 mila euro.
• Beh, che c’entra?
Alla Camera stavano discutendo una revisione dell’articolo 52 del codice penale, quello che contiene il concetto di «eccesso di legittima difesa». Erano partiti da un testo della Lega, profondamente modificato e intorno al quale, oltre tutto, al momento di andare in aula si sono spaccati anche i due partiti di maggioranza, Ncd e Pd. La legge, con l’approvazione dell’aula, a questo punto è tornata in commissione «per approfondimenti». Segnale abbastanza chiaro per dire che verrà messa in un cassetto e per il momento dimenticata.
• Che cosa dice la proposta della Lega e che cosa dicono quelli del Pd?
La Lega propone con una legge un nuovo articolo 52, in cui l’eccesso di legittima difesa non sussista più per quei soggetti che compiono «un atto per respingere l’ingresso mediante effrazione o contro la volontà del proprietario con violenza o minaccia di uso di armi da parte di persona travisata o di più persone riunite in un’abitazione privata o in ogni altri luogo nel quale venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale». È un italiano imbarazzante, ma forse non c’è bisogno di traduzione, a parte la «persona travisata», cioè mascherata. Il testo che il Pd voleva far votare sostituiva non l’articolo 52, ma l’articolo 59, che riguarda le «circostanze non conosciute o erroneamente supposte». L’emendamento, pensato dall’onorevole Ermini, dice che, nei casi di legittima difesa, «la colpa dell’agente è sempre esclusa se l’errore riferito alla situazione di pericolo e ai limiti imposti è conseguenza di un grave turbamento psichico ed è causato, volontariamente o colposamente, dalla persona contro cui è diretto il fatto». In altri termini: se chi spara («l’agente») ha avuto paura («grave turbamento psichico») per colpa di quello contro cui spara, l’eccesso di legittima difesa è escluso. L’Ncd ha giudicato questo testo blando, vorrebbe che il nuovo testo dichiarasse almeno che, se ci sono bambini in casa, chi spara ha ragione di farlo.
• Esattamente, questo articolo 52 che cosa dice?
«Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa». Il punto critico di questo articolo, scritto in un italiano nettamente migliore di quello proposto dai politici attuali (il testo è del 1930), è alla fine, quando dichiara che la difesa deve essere proporzionata all’offesa. Ma come calcola la proporzione uno che ha il ladro in casa? Dice che serve a non sparare alla schiena del ladro in fuga. Ma i ladri di Mattiello, per esempio, non erano per niente in fuga. Non capisco perché la Lega non abbia pensato a un referendum che abroghi le ultimo otto parole dell’articolo 52. Tolte quelle, il cittadino minacciato dalle persone travisate avrebbe senz’altro il diritto di sparare.
• Il popolo italiano sarebbe d’accordo?
Sicuramente. L’Osservatorio europeo sulla sicurezza sostiene, statistiche alla mano, che il 29% degli italiani dichiara di essere molto preoccupata dei furti in appartamento. È la prima ragione di paura dopo quella provocata dalle mafie. Il furto d’automobile, lo scippo e la rapina vengono molto dopo. È comprensibile: l’irruzione del ladro in casa produce, oltre al danno materiale, un danno morale, la nostra intimità viene violata e in qualche modo massacrata. In certe lingue si adopera la stessa parola per dire «casa» e per dire «patria». I cronisti, del resto, lo sanno. Quando ci sono questi casi e vanno in giro a chiedere, l’uomo qualunque dice quasi sempre che chi ha sparato «ha fatto bene».
• Come mai il legislatore non capisce l’assurdità di quella pretesa proporzionalità, secondo lui, in un momento come quello uno si dovrebbe mettere a far calcoli col bilancino su quello che si può fare e quello che non si può?
La logica dell’articolo 52, che una norma del codice Rocco, obbedisce a un principio che la giurisprudenza postfascista ha accettato in pieno: non sei tu, ma è lo Stato che deve difenderti. Se ti difendi da solo, ferisci lo Stato. L’obiezione però è questa: come mi devo comportare quando lo Stato dimostra di non essere capace di difendermi? Se il ladro mi è entrato in casa, significa che qualcuno che doveva impedirglielo ha mancato al suo compito. Lo so che per questa via si può finire nel Far West. D’altra parte i furti in casa sono aumentati e la sicurezza personale è la prima preoccupazione dei cittadini.