Corriere della Sera, 21 aprile 2016
Il #ciaone del ministro Franceschini alla Bild
Il giovanilistico e cacofonico «ciaone» rischia di diventare la nuova parola d’ordine del Pd, partito che nel 2011 a Roma aveva già rottamato il Bella ciao partigiano, a vantaggio del festaiolo «Ciao, bella!» comparso sui manifesti della Festa dell’Unità a Caracalla (o Democratic Party). Ora impazza il «grande ciao», rivolto dal piddino Ernesto Carbone ai no-Triv e diventato tormentone tra web e tv. Ieri è stato usato anche dal Ministro dei beni culturali e del turismo Dario Franceschini, che su Twitter ha rilanciato la campagna #azzurro, voluta dall’agenzia del turismo Enit a sostegno delle nostre coste; minacciate, secondo la Bild, dal pericolo attentati terroristici. Al giornale tedesco che gufa, allora, Franceschini ha rivolto un bel «ciaone». Nella neolingua piddina, questo saluto che viene dal tardo latino «sclavus» attraverso rami veneti «sciavo/sciao», ormai è amichevole quanto è tranquillizzante l’invito «staisereno».