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 2016  aprile 21 Giovedì calendario

Opere d’arte, date, frasi. Come sono cambiati gli scarpini dei calciatori

Facevano quel rumore sordo, di cuoio contro cuoio, gli scarpini una volta. Ruvide zavorre e piaghe sotto. Neri, marroni, sdruciti, attrezzi da operai del calcio. Mica leggeri e pieni di spirito, lustri e parlanti come quelli che hanno fatto volare Manolo Gabbiadini contro il Bologna: due gol da fumetto e un po’ supereroe l’attaccante del Napoli, che sulla tomaia aveva dipinto il dettaglio di un’opera di Roy Lichtenstein con le scritte Bam! e Pow!. La pop art finisce nel pallone e non ci si trova male.
Le telecamere hanno indugiato a lungo sugli alluci coperti di Manolo, diventati oggetto anche di pensosi dibattiti televisivi. Perché oltre creste, barbe e tatuaggi, ormai è dai piedi particolari che riconosci il calciatore. Dagli anni ’70 in poi, l’evoluzione dei materiali e la pubblicità hanno stravolto il senso dello scarpino. Non è più soltanto un mezzo, ma il soggetto del calcio. Pantaloncini e maglia del club col suo sponsor tecnico, ma i mignoli sono miei e me li gestisco io. Anzi lo fanno le grandi aziende che sulla parte più preziosa pagano per mettere la propria firma. Il modello indossato da Gabbiadini ce l’hanno pure Fàbregas, Buffon, Chiellini, Astori, Yaya Touré, Giroud. Dietro l’apparenza lieve dell’immagine, la ricchezza della tecnologia: tra le altre diavolerie qui nella suola c’è una spina dorsale per far piegare la scarpa in entrambi i versi; tomaia in microfibra morbida; un inserto in schiuma sulla parte superiore per calciare meglio. Ma alla fine quello che vedi è in superficie, anzi è la superficie il messaggio. Florenzi della Roma per omaggiare l’ultima partita in Nba di Kobe Bryant con cui condivide il numero di maglia (24) si è fatto scrivere la data sul malleolo (13 aprile). Nell’epoca della post-riproducibilità tecnica, il campione non lo puoi duplicare.
«Why always me?» si è fatto stampare sui piedi come fosse un quotidiano, Mario Balotelli. Autocitazione anche con la celebre foto in posa da culturista dopo il secondo gol contro la Germania agli scorsi Europei o la cresta incollata sul tallone. Le celebrità hanno calzature personalizzate, ci mancherebbe: Cristiano Ronaldo un CR7 ricamato sulla caviglia, Lionel Messi persino una tecnologia intitolata a suo nome: la tomaia è messiTouch, la superficie è di messi-Frame, i tacchetti messiPrint e addirittura messiGambetrax per incidere lo stile di gioco, palla incollata sulle unghie e imprendibilità da Pulce. Pow!