Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 20 Mercoledì calendario

In morte di Estelle Balet, la regina dello snowboard uccisa da una valanga

«Cosa mi fa paura? Le valanghe». Estelle Balet era una di quelle che con una tavola sotto i piedi si buttano giù dalla periferia del cielo, lungo abissi di neve, ghiaccio e roccia che stai male solo a guardarli su internet. Svizzera, 21 anni appena, gli occhi azzurri piantati in un viso da bambina felice, Estelle era due volte campionessa del mondo di snowboard estremo nel Freeride World Tour, e vivere in verticale non la spaventava. Temeva invece la morte bianca che si stacca improvvisa dalle montagne, lo aveva confessato in un’intervista a chi le chiedeva che effetto fa, che pensieri ti attraversano, quando il mondo laggiù in fondo ti viene incontro a velocità folle e basta un niente per uscire per sempre dall’inquadratura. Purtroppo aveva ragione. 
Come un presentimento
Una valanga l’ha uccisa ieri sopra Osieres, al confine fra Svizzera del Cantone di Valais, Francia e Italia. Stava girando un film sullo snowboard, come aveva fatto tante altre volte, con lei c’era un altro sciatore che si è salvato. La Polizia svizzera, come si dice in questi casi, ha aperto un’inchiesta. Capita spesso che sia proprio il passaggio degli specialisti dello sci estremo, che si avventurano in zone di neve non battuta, ripidissime e molto pericolose, a provocare le slavine: circa l’80% dei morti per valanga sulle Alpi sono freeriders. Anche Craig Kelly, il «padrino del freeriding», il più grande di tutti, nel 2013 è morto così, ucciso da una valanga in Canada insieme con altre sei persone. Estelle, per quanto lo consente lo sport che amava, non era un’incosciente. Indossava casco e airbag, aveva con sé un rilevatore anti-valanga e infatti i soccorritori l’hanno trovata, sepolta però da uno tsunami di neve. Troppo tardi. È morta sul posto, prima di essere trasportata in ospedale.
Una passione precoce
La sua passione per il freeride era nata prestissimo, con certi pensieri flirtava fin già da ragazzina, catturata da emozioni che non si possono nemmeno spiegare a chi non le sogna prima ancora di viverle. «Ciò che è capitato a Estelle – ha ammesso senza inutili ipocrisie Nicola Hale-Woods, il fondatore del Freeride World Tour – ricorda anche ai più esperti e preparati che praticare il freeride ha una quota di imprevedibilità». Poco più di due settimane fa, il 2 aprile, la Balet aveva vinto lo Swatch Extreme di Verbier – provate a guardare il video per capire il fegato, o la pazzia, che occorrono –, riconfermandosi campionessa del mondo per il 2º anno di fila. Un talento naturale. Lo snowboard estremo non ha regole rigide, bisogna saper improvvisare, cambiare traiettoria in un niente, costruire acrobazie sul vuoto. Ti giudicano per che linea di discesa scegli, per lo stile e la fluidità, per come controlli la tavola, per l’abilità nei salti. Poi arriva il giorno che le regole le decide il destino.