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 2016  aprile 20 Mercoledì calendario

I conti di Allegri per vincere lo scudetto

Siamo alle ultime pagine del manuale di matematica che Massimiliano Allegri sfoglia da un mesetto: «Con tre punti faremmo un bel balzo in avanti verso il quinto, straordinario scudetto». Per far quadrare i conti, e spingere di nuovo il Napoli a meno nove, alla Juve non resta che battere la Lazio, stasera allo Stadium. Meno scontato di quanto possa far pensare l’imbarazzante divario (31 punti) e la crisi che ha portato al cambio in panchina, da Pioli a Simone Inzaghi: i biancocelesti arrivano da due vittorie e, soprattutto, in trasferta non perdono dal 29 novembre. Nel frattempo, hanno vinto a Firenze (1-3) e a casa Inter (1-2). Spesso la Lazio ha scricchiolato in difesa, l’undicesima del campionato (42 gol subiti), ma se riesce a ripartire ha contropiedisti da finale olimpica dei cento: Keita e Felipe Anderson. Gente da vietato distrarsi.
Primarie Evra-Rugani
Vietato, per esempio, appisolarsi, come nella prima ora con il Palermo: «Abbiamo vinto 4-0 – ricorda Allegri – ma commettendo degli errori. Dopo il primo gol abbiamo staccato un po’ la spina, e sono black-out che non bisogna ripetere: perché giochiamo contro una squadra che davanti ha qualità». All’andata fu una partita stranissima: palle gol Lazio zero, palle gol Juve, lo stesso. Allora, ci pensò Dybala: da un cross cavò l’autorete di Gentiletti, da uno stop di coscia un tracciante all’angolino. La Lazio stava entrando in una delle sue crisi, la Juve ne stava uscendo, con la quinta vittoria filata. Davanti al 4-3-3 di Inzaghino, Allegri dovrebbe andare con il 3-5-2 di default, anche se ha qualche dubbio: tra Khedira e Asamoah e le solite alternanze sulle corsie. Ha pure la tentazione di piazzare Evra da centrale (modello Bayern) al posto di Rugani, tant’è che ieri li ha testati entrambi. Forse per la velocità degli assaltatori: ma viste le ultime quattro del giovane difensore, non sembra una gran pensata. Il David per la regia potrebbe andare a Hernanes, in vantaggio su Lemina. Dosi di turnover: «A Firenze avremo un’altra partita importante e le energie fresche diventano determinanti».
«Rinnovo? No problem»
L’avvicinamento dello scudetto si trascina le chiacchiere sulla Juve che verrà, e l’allenatore che sarà: lui, sottolinea Allegri, che non ne può più di ripetere le stesse cose. Così, argomenta e scandisce le parole come fosse davanti a una classe di terza elementare, con effetto di una certa comicità: «Chiariamo, sennò sento sempre le solite cose: il contratto, la manina, non la manina». Quella che, parole sue (di domenica), alzerebbe un tecnico in disaccordo con il club. Non è questo il caso: «Con la società ci incontreremo, dopo lo scudetto, ma non ci sono problemi. Altrimenti vi preoccupate». Niente colpi di scena: «Se me ne andassi, la società lo saprebbe da un mese, non gliel’avrei detto all’ultimo: avrebbe il tempo di cercare un altro allenatore, e io di trovare una squadra o di andarmene al mare». Ironia dei tifosi sul web: eravamo abituati all’addio il 15 luglio.
Marchisio, operazione ok
Sempre dal web, tanto affetto per Claudio Marchisio, operato con successo al ginocchio sinistro, ieri alla clinica Fornaca di Torino. Ora, matematica anche per lui, se oltre ai punti per lo scudetto, gli toccherà contare i mesi (sei) per il rientro: forza e coraggio.