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 2016  aprile 20 Mercoledì calendario

A Torino lo Stadio Olimpico diventa "Grande Torino"

Sono tornati a casa, finalmente, anche se in questa casa non ci avevano mai giocato. Da domenica i magnifici ragazzi del Grande Torino, la prima squadra nella storia ad aver conquistato il diritto a un aggettivo con la maiuscola, potranno controllare da vicino quello che combinano i loro eredi in maglia granata.
Mancava solo l’ufficialità, è arrivata ieri: con i tempi della burocrazia, la giunta comunale di Torino ha deliberato il cambio di nome dello Stadio Olimpico, già Comunale, accogliendo la proposta della Commissione toponomastica, così il vecchio/nuovo impianto ora si chiama Stadio Olimpico Grande Torino. Per capirci, domenica il Sassuolo sarà la prima squadra a sfidare i granata al «Grande Torino».
Una scelta logica, un rimedio tardivo allo sfregio di tre anni e mezzo fa, quando a cambiare nome fu una strada, anzi un corso: Corso Grande Torino, appunto. Una dedica doverosa, situata nel posto «sbagliato»: davanti allo Juventus Stadium, la casa dei grandi (con la minuscola) nemici. Volendo essere precisi, quella strada si trovava lì ben prima che il club bianconero costruisse il proprio stadio, esattamente dal 1990, quando cioè venne inaugurato lo Stadio delle Alpi che avrebbe dovuto ospitare le notti magiche del Mondiale italiano, e successivamente le imprese della Juve (tante) e del Toro (molte meno). Poi, una volta che lo stadio è stato trasformato in un tempio bianconero, a qualcuno sembrava beffardo obbligare la tifoseria ad andare alla partita passando per Corso Grande Torino, nemmeno fossero forche caudine.
Così, la decisione: dal 21 novembre 2012 quella strada si chiama Corso Gaetano Scirea. È una questione di opportunità, siamo in territorio juventino, certificò in questo modo l’amministrazione torinese. E se la statura del nuovo intestatario della strada è indiscutibile, in molti ritennero comunque inopportuno quell’esproprio, anche se il sindaco Fassino promise che la targa dedicata agli Immortali sarebbe stata spostata la settimana successiva sullo spiazzo davanti alla Curva Maratona dell’Olimpico. Non si trattano così gli eroi.
Ieri lo strappo è stato ricucito. Per la gioia a distanza dei tifosi di Roma e Lazio (l’Olimpico per definizione è il loro) e soprattutto dei tifosi granata, che da uno stadio dal nome neutrale sono passati al Grande Torino, una leggenda prima ancora che una squadra. E poco importa che quei campioni non abbiano mai giocato qui e che il mito del quarto d’ora granata, delle maniche rimboccate di capitan Valentino e della tromba del Bolmida siano legate al Filadelfia: qui è arrivato l’ultimo scudetto, e tra meno di un mese saranno passati ormai 40 anni da quel 16 maggio 1976, qui è rinato l’orgoglio granata. E questa è diventata la casa del Toro.
Ha avuto tanti nomi, questo stadio: Municipale, Comunale Benito Mussolini, Comunale Vittorio Pozzo, semplicemente Comunale; abbandonato a se stesso, quando è stato inaugurato lo Stadio delle Alpi, rinato come Olimpico per i Giochi del 2006. Da ieri ha un nome nuovo, si spera definitivo.
Bacigalupoballarinmaroso, grezarrigamonticastigliano, mentiloikgabettomazzolaossola, pronunciati a memoria senza prendere mai fiato. Sono il Grande Torino. Sono i nuovi padroni di casa.