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 2016  aprile 20 Mercoledì calendario

I talebani fanno strage a Kabul • Il sisma in Ecuador ha fatto almeno 480 morti e migliaia di feriti • Nuovo attacco di Renzi ai giudici • La procura chiede l’ergastolo per De Santis, che uccise il tifoso Ciro Esposito • La campionessa di snowboard uccisa da una valanga • A Rischiatutto torna la signora Longari

 

Kabul Ieri mattina a Kabul un kamikaze talebano ha scagliato un camion bomba con quintali di esplosivo a bordo contro la sede del «Dipartimento 10», l’unità dei servizi segreti che si occupa della sicurezza di ministri e Vip, non lontano dalla zona delle ambasciate e del comando Onu. Bilancio: almeno 28 morti e oltre 300 feriti. La maggioranza delle vittime sono civili, passanti, gente imbottigliata in auto, lavoratori delle botteghe vicine. Il poliziotto Obaidullah Tarakhail, vivo per caso, ha detto all’agenzia Ap di non aver mai sentito un’esplosione così potente: «Per 20 minuti non si riusciva a vedere nulla a causa del fumo e della polvere». I talebani la settimana scorsa avevano annunciato una nuova offensiva di primavera. Nel Nord hanno provato a riconquistare Kunduz (caduta nelle loro mani per alcuni giorni nel 2015) ma sono stati respinti. Oltre al kamikaze, un secondo miliziano ha cercato di penetrare nel «Dipartimento 10» ma è stato ucciso. In serata un’altra esplosione, senza vittime (Farina, Cds).

Ecuador Sabato sera sisma di magnitudo 7.8 sulla scala Richter ha colpito la costa pacifica dell’Ecuador, radendo al suolo il centro di note località turistiche e interi villaggi. Secondo l’ultimo bilancio, ha provocato almeno 480 morti e migliaia di feriti, oltre 1700 persone sono ancora disperse e gli sfollati sono circa 20.000. La lista dei morti si allunga di ora in ora, soprattutto nella provincia di Manabi, e l’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme per il rischio di un’esplosione dei virus zika, dengue e chikungunya, tutti e tre trasmessi dalle zanzare. La precarietà dei rifugi per chi è rimasto senza casa è l’habitat ideale per la loro propagazione. Poi bisognerà ricostruire. «Ci vorranno anni e costerà 3 miliardi di dollari», ha detto il presidente Rafael Correa, che già deve far fronte a una dura crisi economica (Gandolfi, Cds).

Renzi Matteo Renzi intervenendo in Senato nel dibattito sulla sfiducia che avrebbe dovuto processarlo (l’aula ha bocciato entrambe le mozioni di sfiducia, che M5S e centrodestra si sono votati a vicenda), ha attaccato di nuovo i magistrati: «Io sono per la giustizia, ma non giustizialista. Per i tribunali, non per i tribuni. Rispetto le sentenze, non le veline che violano il segreto istruttorio. Ci sono stati dei giudici eroi, ma anche pagine di autentica barbarie legate al giustizialismo, vite di persone perbene distrutte mentre i veri delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento populista» (l’ex presidente Napolitano gli ha dato prontamente ragione, citando il caso del suo consigliere Loris D’Ambrosio «che ci ha rimesso la pelle», vittima di intercettazioni «manipolate». E gli alfaniani, con Schifani, sollecitano un giro di vite sui controlli telefonici). Per vent’anni, ha scandito a Palazzo Madama il presidente del Consiglio, «l’avviso di garanzia è stato l’equivalente di una condanna», adesso si cambia. Le sentenze «sono solo quelle che arrivano in giudicato, come vuole la Costituzione». Renzi si augura che a Potenza arrivino fino in fondo «perché noi vogliamo sapere chi ruba». Lo dice però con aria di sfida agli inquirenti, ai quali rimprovera i buchi nell’acqua delle tre precedenti inchieste. Scommette: l’unica condanna che arriverà in porto sarà quella contro i grillini «i quali hanno diffamato il Pd» (Magri, Sta).

Petrolio L’altra sera in quasi mezz’ora sono stati riversati nella valle del Polcevera qualcosa come 670 metri cubi (secondo le stime di Arpal, l’agenzia per l’ambiente della Liguria) di petrolio nigeriano proveniente da una nave ancorata nel porto petroli. A rompersi, è stato un tubo interrato della Iplom, società petrolifera che gestisce una raffineria a Busalla, nell’entroterra genovese. Nella notte, i vigili del fuoco e le ruspe, con panne e terrapieni, hanno evitato che la marea nera raggiungesse il mare, quattro chilometri più a valle, convogliandola in un canale. Ma è bastato che ieri soffiasse la tramontana per fare arrivare qualche chiazza sino nel porto di Genova. E ora il timore è che le piogge previste per il fine settimana possano portare il greggio in mare aperto. Sono 550 i metri cubi di acqua mista a greggio recuperati dalla Iplom fra domenica e ieri. Nell’opera di bonifica dei due torrenti Fegino e Polcevera sono impegnate 14 squadre di operai muniti di autospurghi e idrovore. Il prodotto recuperato, un misto di acqua, sostanza schiumogena e greggio, viene stoccato in grossi camion e portato via. Sull’accaduto la procura di Genova ha aperto un’inchiesta per disastro ambientale colposo e l’oleodotto danneggiato è stato messo sotto sequestro. Risulta indagato il direttore dell’impianto Vincenzo Columbo. La bonifica si profila lunga e difficile: il petrolio, di origine nigeriana, è pesante e tende a depositarsi piuttosto che evaporare. Ma le esalazioni, con il sole, sono comunque molto forti. Secondo la Asl genovese non ci sono pericoli immediati per la salute ma gli abitanti dei quartieri coinvolti lamentano arrossamenti degli occhi, mal di gola, giramenti di testa. Due persone sono finite all’ospedale (Rossi, Sta).

Ergastolo La procura chiede l’ergastolo per Daniele De Santis, l’uomo accusato di aver ucciso Ciro Esposito, il 29enne di Scampia colpito da due proiettili nel prepartita della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina nel 2014, e morto quasi due mesi dopo in ospedale. De Santis fuori dall’aula, al termine del processo, grida: «Siete dei buffoni, l’ergastolo me lo do da solo, non me lo date voi. Che vi credete, che ho paura di morire?». Poi si passa la mano sul collo con un gesto netto, a simulare il suicidio. I pm Eugenio Albamonte e Antonino di Maio hanno chiesto l’ergastolo senza attenuanti per De Santis, per omicidio volontario. L’aggravante della premeditazione non gli è stata contestata anche se «il dolo è massimo, e lambisce la premeditazione». Secondo la procura, infatti, «l’ultrà romanista» ha messo in atto un «piano preordinato»: è uscito di casa con «bombe carta e pistola »; ha cercato lo scontro inveendo contro i pullman di tifosi napoletani, al grido «scendete, scendete, vi ammazzo»; ha provocato i tifosi napoletani fino ad attirarli in una trappola, all’interno del circolo Ciak Village, «dove 4-5 persone col volto travisato stavano aspettando i tifosi del Napoli». De Santis ha sparato «mirando per uccidere chi lo stava inseguendo». E proprio il 29enne di Scampia è stata la prima persona a corrergli dietro e a placcarlo. E poi ad essere raggiunto dai due colpi di pistola: «l’unica sua colpa è di aver sorpassato il cancello del Ciak e di non aver lasciato andare via De Santis». Di opposto parere è l’avvocato Tommaso Politi, difensore dell’imputato: «Una requisitoria contraddittoria e lacunosa, che dimostra la debolezza dell’impianto accusatorio. Ancora non ci hanno spiegato come avrebbe fatto De Santis a nascondere un’arma da due chili, che nessuno ha visto, in un pantalone di tuta, senza rimanere in mutande nella corsa» (Salvatore, Rep).

Estelle Estelle Balet, 21 anni, svizzera, campionessa di snowboard, è stata travolta da una valanga mentre scendeva sulla neve fresca sotto la cima del Portalet, versante svizzero del Monte Bianco, nel Vallese, il cantone dove era nata. Estelle, che stava girando un video, era in compagnia di un’altra esperta freeride, Geraldine Fasnacht. Erano le 8 del mattino, entrambe avevano prima sorvolato quel tratto di pendio in elicottero. Improvvisamente dal costone della montagna si è staccata una valanga lunga un chilometro e larga diverse centinaia di metri, Geraldine si è salvata, Estelle è stata travolta e spinta giù in un canalone roccioso. Aveva il casco, l’airbag, la strumentazione di sicurezza per la localizzazione. È stata subito individuata dai soccorritori, era ancora viva, ma è morta poco dopo. L’anno scorso Estelle Balet era stata la più giovane vincitrice del Fwt, il Freeride World Tour, quindici giorni fa si era confermata prima al mondo (Bruno, Cds).

Longari Quarantasei anni dopo il suo esordio (era il 7 maggio 1970), Giuliana Longari siederà di nuovo nella cabina di Rischiatutto. pronta a sfidare, con altri due ex campioni del celebre telequiz, Andrea Fabbricatore e Maria Luisa Migliari, i concorrenti in gara. Campionessa per ben 11 puntate (conservò il titolo fino al 16 luglio 1970, poi dovette cedere lo scettro a Giuliana Boirivant), la «signora Longari», 73 anni, è la sfidante più attesa della riedizione del telequiz portato al successo da Mike Bongiorno nella prima delle due serate speciali condotte, domani e dopo su Rai1, da Fabio Fazio. In gara con il team Longari, sei personaggi famosi: Christian De Sica, Maria De Filippi, Fabrizio Frizzi, Lorella Cuccarini, Vincenzo Salemme e Fabio De Luigi (Zangarini, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)