la Repubblica, 20 aprile 2016
«Il giustizialismo è un’autentica barbarie». L’ultimo «j’accuse» di Renzi ai giudici
«Nessuno vuole mettere coperchi all’inchiesta sul petrolio in Basilicata». Non il governo. Non Renzi che chiede ai giudici velocità e chiarezza su Tempa Rossa, l’indagine che ha portato alle dimissioni della ministra Federica Guidi. Ma il premier affronta il doppio round delle mozioni di sfiducia al governo dei 5Stelle e del centrodestra al Senato ieri, lanciando un nuovo “j’accuse” ai giudici. «Io sono per la giustizia non per i giustizialisti, per i tribunali non per i tribuni. L’Italia ha conosciuto figure di giudici eroi ma ha anche conosciuto negli ultimi 25 anni, pagine di autentica barbarie legate al giustizialismo». Sono toni alti, quelli che Renzi usa.
Non abbiamo scheletri nell’armadio, ribadisce. «Nell’inchiesta di Potenza non c’è alcuna ipotesi di corruzione per il governo». L’unica vicenda penale che vi sarà – avverte riguarderà il processo per calunnia a cui il Pd chiama i 5Stelle. «E vi chiediamo, da cittadini, di rinunciare all’immunità, e vedremo chi vincerà e chi no». Le due mozioni sono archiviate in fretta. Quella dei 5Stelle è respinta con 183 contrari e 96 favorevoli; l’altra del centrodestra con 180 contrari e 93 favorevoli.
Nelle settimane passate tra il premier e l’associazione dei magistrati si era arrivati sull’orlo dello scontro. Nell’aula di Palazzo Madama però l’occasione è istituzionale, si tratta di rivendicare l’operato del governo, di respingere la sfiducia. E Renzi torna a mettere il dito nella piaga delle disfunzioni della giustizia chiamando in causa le responsabilità degli stessi magistrati: «L’avviso di garanzia è stato spesso una sentenza mediatica definitiva, vite di persone perbene sono state distrutte mentre i delinquenti avevano il loro guadagno nell’atteggiamento populista di chi faceva di tutto un erba un fascio. L’avviso garanzia non è mai condanna».
Parole dure, che il presidente emerito Giorgio Napolitano apprezza: «Giustizialismo? C’è chi ha pagato un prezzo altissimo». Napolitano pensa alla vicenda del suo consigliere Loris D’Ambrosio finito nelle polemiche per conversazioni intercettate con l’ex ministro Nicola Mancino nel filone trattativa Stato-mafia: «Ci sono stati casi gravi di montature scandalistiche e giornalistiche contro persone che hanno ricevuto un avviso di garanzia e sono state poi scagionate... spesso vengono pubblicati pezzi di conversazioni non contestualizzate, come è successo al mio consigliere Loris D’Ambrosio che ci ha rimesso la pelle per un attacco cardiaco e io queste cose non le posso dimenticare».
Il dibattito politico ruota tutto attorno alla giustizia. I verdiniani, che votano con la maggioranza a sostegno del governo, paragonano Renzi a Craxi. Lucio Barani, craxiano di ferro, che porta sempre un garofano rosso all’occhiello per testimoniare la fede nel socialismo, commenta: «Le dichiarazioni di Renzi in tema di giustizia ricalcano quanto sostenuto anni fa da Crax». Insorgono le opposizioni, chiedono che «il governo vada a casa». Il premier difende la correttezza della maggioranza sull’emendamento: «È stato discusso, di notte arriva la Befana». Della sfiducia dice che serve come bandierina nei talk show, è una sceneggiata. Cita Mino Martinazzoli per ricordare che «la politica, l’Italia è altrove noi vi aspetteremo là». I verdiniani votano con il governo ma non sono decisivi. Zanda (Pd): «Sono 31 le sfiducie presentate, surreale».