La Stampa, 19 aprile 2016
Nevio Scala racconta come ha fatto risorgere il Parma
«Potremmo anche definirla una favola, ma questa è una realtà che abbiamo costruito sulle ceneri di quello che è successo l’anno scorso».
È difficile trovare un minuto libero per Nevio Scala, da tutto il mondo chiamano per fare i complimenti al presidente che ha riportato il Parma in Lega Pro, un anno dopo il crac, a ritmi record, con 85 punti in 35 partite e zero sconfitte. Ma i numeri non dicono di tutte le difficoltà.
Si soffre più in panchina o in tribuna?
«In campo ti sfoghi con i giocatori e con l’arbitro. In tribuna senti il peso delle scelte nei confronti di una città che ti ha adottato. Potevo sbagliare, bruciando la gloria raccolta in sette anni di successi. A Palermo o Bergamo non avrei sentito la stessa responsabilità. Qui la gente mi ferma per strada e dice “Nevio ma ti ricordi...”»
Apolloni allenatore e Minotti ds, i «suoi» ragazzi, ma il passato non basta per vincere.
«Tutti davano per scontato quello che abbiamo fatto. Ma il primo agosto c’erano solo due giocatori a Collecchio: Lucarelli e il giovane Adorni. Tutto il resto era da costruire. È stato fatto un lavoro straordinario».
Avrete sofferto, certo, ma il Parma è imbattuto e ha la miglior difesa d’Italia, serie A compresa
«Se vinci passa tutto. Apolloni li ha guidati con saggezza».
Pare timido, ha detto che fu la moglie a iscriverlo di nascosto al corso da allenatore. Oggi sembra cavarsela bene...
«Si confronta con tutti, è umile e intelligente, forse troppo istintivo di fronte ai giudizi. Come si può criticare uno che non ha mai perso? Gli ho detto: “Hai qui il tuo papà, scarica su di me le tensioni”. Il mio compito è questo».
Domenica 15mila tifosi cantavano «Nevio portaci in Europa».
Emozionato?
«Vogliamo arrivare là ma non facciamo proclami. Il Parma deve puntare in alto, senza privilegi, con le cose pulite. È possibile, se lavori con serietà. Ci vorrà un po’ di tempo in più rispetto a Juve, Milan e Inter. Ma anche noi abbiamo alle spalle gente importante.
Si parla di un clamoroso ritorno: Gilardino.
«Mi pare che Gilardino abbia un contratto oneroso, inarrivabile. Chi viene a Parma lo fa alle nostre condizioni. Quando arrivai nell’89 chiesi al presidente che tutti i giocatori guadagnassero pressapoco la stessa cifra. Quando nello spogliatoio c’è equilibrio economico non ci sono invidie. Oggi molti si offrono perché hanno capito che siamo una società seria».