19 aprile 2016
Un’altra strage in mare • No tedesco agli eurobond per affrontare la crisi dei rifugiati • Il comitato No trivelle annuncia ricorso • Bomba su un bus a Gerusalemme: 16 feriti • Renzi è in tv 84 minuti al giorno • La contraffazione genera un business da 461 miliardi l’anno • Il film dell’anno è la commedia di Paolo Genovese Perfetti sconosciuti
Migranti Sarebbero tra i 200 e i 300 i profughi e migranti, soprattutto somali, etiopi, sudanesi ed egiziani, morti in un nuovo naufragio il 12 aprile mentre cercavano di raggiungere l’Italia dopo essere partiti da Egitto e Libia. Affogati nella notte nel pieno del Mediterraneo quando la nave su cui li stavano trasferendo i trafficanti (già affollata di 300 persone) si sarebbe rovesciata. «Sulla barca eravamo 500, in maggioranza somali, solo in 23 siamo sopravvissuti — ha raccontato al sito di Mogadiscio Goobjoog News Awale Warsame, una dei pochi scampati al naufragio —. I superstiti, compreso me, hanno usato pezzi di legno presi dalla barca che si è capovolta per tenersi a galla prima di essere soccorsi. Siamo partiti dall’Egitto, e precisamente da Alessandria, il 7 aprile e la barca si è rovesciata il 12 aprile. Ma siamo stati salvati da una nave filippina a largo di un’isola greca solo 5 giorni dopo». Notizia del naufragio è stata data anche dalla Bbc, che ha raccolto le testimonianze di 41 persone appartenenti a un gruppo di 240 migranti e rifugiati salpati però dal porto libico d Tobruk, ora sull’isola greca di Kalamata, dove sarebbero state portate dai soccorritori. Hanno raccontato che all’inizio si erano rifiutati di essere consegnati alla guardia costiera greca, perché erano decisi ad arrivare in Italia (Tebano, Cds).
Eurobond Il governo tedesco è contrario a finanziare con debito le spese per affrontare la crisi dei rifugiati. Per questo, ieri, ha detto di no a uno dei pilastri della proposta italiana avanzata nel fine settimana per un patto Ue sull’immigrazione: quella che riguarda l’emissione di eurobond. Una contrarietà limitata alla parte economica della strategia proposta da Roma: il resto è in via di valutazione, a Berlino, e in generale i due Paesi hanno interessi e idee non dissimili sulla gestione del problema. L’opposizione a caldo della Germania non è però piaciuta a Matteo Renzi: «Se la Merkel non è d’accordo e i tedeschi hanno soluzioni diverse ce le dicano, noi non siamo affezionati a uno strumento piuttosto che a un altro, ma questo è un problema che deve risolvere l’Europa». Anche la cancelliera è dell’idea che la questione sia europea e che solo a quel livello possa essere risolta. La differenza di vedute è sul modo di finanziare i salvataggi in mare, l’integrazione e l’aiuto ai Paesi di partenza dei profughi. Su questo, la Germania mantiene la sua posizione: piuttosto che deficit, una tassa sulla benzina, come già ebbe a proporre il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble. La differenza di impostazione tra Berlino e Roma si riassume nel fatto che il governo tedesco finanzia la crisi dei rifugiati grazie al proprio surplus di bilancio, il governo italiano chiede invece di finanziarla con più flessibilità dei conti pubblici (deficit) o con eurobond (debito) (Taino, Cds).
Trivelle Il risultato del referendum abrogativo promosso dal comitato No Trivelle è stato netto. Con l’affluenza inchiodata al 31.18% (quasi 20 punti sotto la soglia di validità), sono risultati inutili i 13.334.754 Sì (85%) e i 2.198.813 No espressi dagli elettori. Renzi: «La partita del referendum è finita 70 a 30, il popolo ha parlato... ora impegniamoci a tenere pulito il mare, magari occupandoci di depuratori, cosa che dovrebbero fare le regioni». Ma il comitato No trivelle non si dà per sconfitto e annuncia che presto partirà un ricorso al ministero dello Sviluppo economico per chiedere il blocco di 5 concessioni estrattive entro le 12 miglia. Secondo Enzo Di Salvatore, estensore dei quesiti, «le concessioni sono scadute da anni. Le aziende petrolifere stanno continuando a estrarre senza autorizzazione» (Martirano, Cds).
Gerusalemme Una bomba ha colpito ieri pomeriggio un autobus alla periferia di Gerusalemme. L’attacco è avvenuto ieri alle 17 e 45 a Derech Hebron, un’aerea a Sud-Ovest della città, vicino al confine con la Cisgiordania. L’esplosione ha investito la parte posteriore di un mezzo carico di passeggeri, lo ha incendiato e ha danneggiato anche un altro autobus vuoto che lo seguiva e una macchina lì vicino. La pista terroristica è stata prima evocata, poi smentita e infine confermata dal sindaco di Gerusalemme Nir Barkat e in seguito dalla polizia. Sedici passeggeri sono stati feriti, due in modo molto grave. C’è anche il sospetto che uno dei feriti sia in realtà l’attentatore, ma non ci sono conferme. La polizia ieri sera stava ancora cercando di identificarlo. Il timore che si tratti di un kamikaze nasce dal fatto che lo scorso 8 febbraio Hamas ha diffuso un video musicale online in cui incitava i militanti ad attacchi suicidi proprio sugli autobus (Stabile, Sta).
Tv Secondo i dati elaborati da Geca Italia nello scorso mese di marzo per l’Autorità garante nelle comunicazioni Renzi compare ogni giorno in tv 84 minuti (1 ora e 24 minuti) spalmati tra edizioni principali dei telegiornali e programmi di approfondimento. Un record che «scalza» dalla classifica dei presenzialisti non solo tutti i politici italiani ma anche personaggi televisivi come la conduttrice della «prova del cuoco» Antonella Clerici (74 minuti al giorno) e Flavio Insinna che con il suo «Affari tuoi» arriva nelle case degli italiani per 45 minuti al giorno. Solo Barbara D’Urso con i suoi 95 minuti al giorno tiene testa al premier sul piccolo schermo (Festuccia, Sta).
Contraffazione L’Ocse calcola che i beni contraffatti o piratati hanno generato, nel 2013, scambi fino a 461 miliardi di dollari. Più o meno quanto valevano, nello stesso anno, le esportazioni (legali) di un Paese di prima fila nel commercio mondiale, come l’Italia. O il prodotto interno lordo di un Paese di media grandezza: i falsi valgono quanto tutto quello che in un anno produce l’economia austriaca. In cinque anni, dal 2008 al 2013, l’economia del falso ha più che raddoppiato il suo giro d’affari, stima l’Ocse sulla base dei sequestri operati alle dogane. Gli economisti dell’Ocse e della Ue che hanno redatto lo studio hanno analizzato oltre 100 mila sequestri l’anno. Ma il giro d’affari ormai è molto più ampio. Meno di un articolo falso su dieci arriva alla dogana nel cassone di un camion. Il 60 per cento viene recapitato per posta o per corriere, in un piccolo pacchetto dedicato, nella ragionevole convinzione che i doganieri non possano aprire tutti i piccoli pacchetti sospetti, confusi tra i milioni che l’e-commerce distribuisce nel mondo. Anche per conto, infatti, dell’industria della contraffazione che, ormai, opera quasi esclusivamente via web. E via web vi vende scarpe Nike, occhiali Ray Ban, borse Louis Vuitton, orologi Rolex, i quattro prodotti che sono le star del falso. A scorrere la lista dei sequestri, si falsificano soprattutto scarpe, abbigliamento e pelletteria. Ma anche macchinari, prodotti chimici, strumenti ottici ed elettronici, giocattoli, medicine, cosmetici, profumi. Il Paese i cui prodotti vengono più spesso falsificati sono gli Stati Uniti, a cui fa riferimento il 20 per cento dei sequestri. Al secondo posto l’Italia, con il 14,6 per cento dei sequestri (Ricci, Rep).
David Il miglior film ai David di Donatello è la commedia di Paolo Genovese Perfetti sconosciuti: la vita segreta delle persone nell’era del cellulare, diventato la scatola nera della nostra vita («è una storia sulle bugie, dedico questo premio alla verità»). Miglior regista Matteo Garrone con Il racconto dei racconti. Per Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti quattro riconoscimenti agli attori, i protagonisti e i non protagonisti: Ilenia Pastorelli, Claudio Santamaria, Luca Marinelli e Antonia Truppo. Paolo Sorrentino per Youth-La giovinezza da 14 candidature a due premi, miglior canzone e miglior musica (Cappelli, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)