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 2016  aprile 19 Martedì calendario

Il comico anti-Erdogan sparisce, i problemi per la Merkel restano

L’ultimo messaggio di Jan Böhmermann risale allo scorso fine settimana. Sulla sua pagina Facebook il comico di Brema ha annunciato «una pausa» durante la quale sospenderà la sua trasmissione satirica Neo Magazin Royale. «Così l’opinione pubblica e il web potranno ricominciare a concentrarsi sulle cose davvero importanti come la crisi dei profughi, i video dei gattini e la vita amorosa di Sophia Thomalla (un’attrice tedesca di soap, ndr)». E siccome il veterano dei comici tedeschi, Didi Hallervorden, aveva inciso una canzone per difendere l’autore satirico querelato da Erdogan, Böhmermann ha aggiunto che «la massima priorità è impedire che ne componga un’altra».
Apparentemente, l’autore trentacinquenne della “Poesia diffamatoria” contro il Sultano sparisce con un sorriso. Niente interviste, nessun commento, zero polemiche. Böhmermann si sfila elegantemente dalla bufera che ha investito Angela Merkel – è stata lei a concedere il nulla osta al processo penale contro di lui – con un post ironico, quasi gentile. Invece, i sintomi che l’affare di Stato scoppiato attorno alla sua trasmissione lo abbiano distrutto, ci sono tutti. Non è andato a ritirare un premio, il Grimme-Preis, ricevuto per un altro video che aveva fatto il giro del mondo: il documentario che fingeva di dimostrare che Varoufakis non avesse mai fatto il gesto del dito medio alla Germania. Böhmermann, che nel frattempo gira anche con la scorta perché la polizia pensa che sia in pericolo, ha anche annullato da settimane tutte le sue apparizioni televisive. Non esce praticamente più dalla sua casa di Colonia, raccontano gli amici più intimi.
Nel frattempo la cancelliera sembra inciampare da una crisi all’altra. Chiusa quella sui profughi con una fetta importante del suo partito e del partner bavarese Csu, a giudicare dagli ultimi sondaggi e dallo scontro con l’alleato di governo Spd, sembra che Böhmermann possa aprirne una nuova. Un sondaggio di domenica restituisce il clima che si respira nel Paese: il 65% dei tedeschi pensa che Merkel non avrebbe dovuto concedere il via libera al processo contro il comico, il 67% è convinto che la magistratura non gli debba torcere un capello.
È la prima volta che la satira tedesca, da sempre dura con i potenti, come dimostra una rivista come Titanic o la popolarissima trasmissione del venerdì sera Heute Show, viene censurata in modo così pesante. Oltretutto per una equivocata ragion di Stato, cioè per mettere in salvo l’accordo Ue-Turchia sui migranti. Avendo il Sultano sporto anche una querela personale, Merkel avrebbe potuto tranquillamente respingere la richiesta arrivata anche attraverso i canali ufficiali.