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 2016  aprile 19 Martedì calendario

Tsipras dice no a nuove misure di austerità, Berlino dice no a una riduzione del debito di Atene. Ricomincia il dramma greco

Torna (non troppo a sorpresa) a surriscaldarsi il clima tra la Grecia e i creditori. Intrappolate in un impasse da psicanalisi in cui Atene non vuole varare nuovi sacrifici e chiede la riduzione del debito, la Germania non vuole il taglio del debito e chiede nuove misure d’austerità mentre l’Fmi – per non sbagliarsi – chiede sia nuove misure che il taglio del debito. E il suo direttore Christine Lagarde ha detto «non voler più sentire la parola Grexit in nessun incontro». 
L’obiettivo di tutti, un po’ utopistico a giudicare dalle posizioni di partenza, è arrivare a un’intesa entro venerdì, quando l’Eurogruppo potrebbe sbloccare i nuovi aiuti per rimborsare a luglio 3,5 miliardi alla Bce. Le posizioni restano però ancora distanti e ieri Alexis Tsipras ha rispedito al mittente l’ultima proposta di Ue, Bce, Fmi ed Esm. L’idea dei creditori era semplice: accettare i target proposti da Atene (una manovra correttiva pari al 3% del Pil) ma obbligando la Grecia a concordare da subito altre misure per 3 miliardi da attuare in automatico se non fosse riuscita a centrarli. L’esecutivo Syriza ha deciso invece di tirare diritto. Presenterà in Parlamento la riforma delle pensioni e quella fiscale senza aver raggiunto un accordo con l’ex-Troika. La legge, ovviamente, può essere ritoccata in corso d’opera. Ma il premier ha già fatto sapere che su alcuni punti non cederà: la soglia di reddito esentasse non sarà tagliata sotto i 9.091 euro (Bruxelles vuole scendere a 8.182) e al posto del dodicesimo colpo di forbice alle pensioni proporrà un aumento delle tasse, rivedendo forse in su di un punto l’Iva. Non solo. 
Tsipras sarebbe pronto a esaminare qualche ritocco solo se verrà messo nero su bianco il piano per il taglio del debito, fumo negli occhi per Wolfgang Schaeuble. L’irrigidimento di Atene ha una sua spiegazione nei mal di pancia all’interno di Syriza, un altro deja vu della crisi: il gruppo dei 53, l’area di sinistra di cui è espressione il ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, chiede in un documento di «resistere eroicamente» alla Troika. E con solo due voti di maggioranza, Tsipras non può perdere nessuno.