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 2016  aprile 17 Domenica calendario

Il commento a Inter-Napoli di Mario Sconcerti

L’Inter adesso è forse la squadra migliore. È come se avesse improvvisamente deciso di fare quello che le viene chiesto. Da molte partite Mancini sta trovando corrispondenza negli uomini, c’è più ordine e ci sono più motivazioni. L’Inter è una delle pochissime squadre che sente ancora il campionato. Sente di crescere, non ha smesso di darsi una misura. È passato un messaggio faticoso da trasmettere ad aprile, che c’è ancora tempo per essere giudicati. Direi che non solo l’Inter è diventata una squadra, ma si sta confermando squadra. Molto ha inciso il gol dopo 4 minuti in leggero fuorigioco. Ha messo la partita sul tema che gradiva l’Inter, il gioco al Napoli ma in pochissimo spazio e molto campo per il contropiede. Qui entrano anche i limiti del Napoli, piacevole a tratti ma poco consistente. Sarri non ha trovato un sostituto di Higuain. D’accordo che è quasi impossibile, ma in assenza del tuo generale si può provare a cambiare battaglia. Il Napoli ha solo messo la palla al centro, come se al centro ci fosse ancora lui, il fantasma dell’argentino. L’Inter ha coperto tutto il campo, lasciando al Napoli solo la possibilità di un’azione da dribbling. Ma al Napoli manca questo tipo di giocatore, il Napoli ha bisogno di leggerezza comune, di un gol costruito, ma non ne ha più il tempo. Per questo soffre sempre l’Inter, che la mette sul piano fisico. È la quinta sconfitta del Napoli in trasferta, 5 gol subiti nelle ultime due. Poche occasioni di incidere, solo una buona visione d’insieme, un po’ sfinita. Per l’Inter invece da un mese è cominciato qualcosa. Un calcio più ragionevole, una guida meno isterica da parte di Mancini, che infatti stavolta fa tornare l’equilibrio sacrificando solo l’uomo più flessibile, Brozovic; un senso di squadra diverso, come si fosse finalmente all’inizio di un viaggio.