Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 17 Domenica calendario

Intervista a Stefano Parisi, candidato del centrodestra a Milano

Stefano Parisi, candidato del centrodestra a Milano, quanto crede ai sondaggi?
«Ci credo, ma vedo anche che ci sono un 50% di indecisi. Il vero problema è portare queste persone a votare».
In cuor suo riteneva che il distacco tra lei e Giuseppe Sala, candidato del centrosinistra, reduce dai sei mesi di notorietà di Expo, fosse così esiguo? Secondo l’Ipsos il divario è di solo 1,7 punti percentuali.
«Così non me lo aspettavo. È una prima indicazione positiva. Stiamo facendo un grande lavoro e in due mesi abbiamo raggiunto e superato il 70% di notorietà. Così come sento, al di là dei sondaggi, una crescita del consenso. Sottolineo che questo non è un risultato ma solo un’indicazione che però ci dà una grande carica».
Come si fa a riportare questo 50% di indecisi alle urne?
«Recuperando la fiducia dei milanesi nei confronti della politica. Stiamo costruendo una proposta nuova sia nei contenuti sia nell’atteggiamento mai aggressivo. Non chiediamo voti contro Sala, Pisapia o Renzi. Chiediamo voti “per” e credo che l’opinione pubblica apprezzi. Se c’è una cosa che allontana la gente dalla politica sono le urla nei talk show. Dall’altro lato c’è l’affidabilità della proposta: abbiamo un’esperienza forte alle spalle, quella di Gabriele Albertini sindaco dal 1997 al 2006. Vogliamo riproporre quel metodo con obbiettivi e progetti nuovi. E ahimè, anche problemi nuovi».
FI, Lega, Area popolare, FdI, adesso anche Corrado Passera, una compagine che litiga in tutta Italia tranne che a Milano. Quanto la condizionano i partiti?
«Mi lasciano molto libero e mi supportano con forza. Abbiamo forza programmatica e tante energie culturali fuori e dentro i partiti. E poi, come si capisce da quello che dico, mi lasciano libero perché sono consapevoli che bisogna prendere voti oltre la propria area di consenso».
Ne dia una prova. Salvini ha detto che il Papa «incentiva l’invasione» degli immigranti. Lei è d’accordo?
«Non sono d’accordo, il Papa dà dei messaggi umanitari e giusti che deve dare».
Ieri ha presentato la sua lista e ha attaccato quei leader mediatici che saltano il rapporto con i corpi intermedi per parlare direttamente alla pancia della gente. Si riferiva a Salvini ?
«Era un riferimento a Matteo Renzi che oltrepassa il rapporto con i corpi intermedi. È vero che i media consentono ai leader di parlare direttamente con i cittadini, ma il rischio è che si perda il contatto con la realtà perché si tratta di un rapporto solo mediatico. La politica deve ricostruire il rapporto con i mediatori sociali, le associazioni, quelle tante realtà che rendono viva una città come Milano».
A proposito di Renzi che ne pensa del fatto che verrà a Milano per sostenere la candidatura di Sala?
«È giusto che da segretario del Pd sostenga Sala. Ma da presidente del Consiglio deve parlare anche con noi».
Parisi nuovo federatore del centrodestra?
«No, Parisi se viene eletto deve fare il sindaco per 5 anni».