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 2016  aprile 17 Domenica calendario

Intervista a Giuseppe Sala, candidato del centrosinistra a Milano

Il sondaggio Ipsos la dà a pochissimo distacco da Stefano Parisi. Giuseppe Sala, è preoccupato?
«Fin dalle primarie mi sono dato la regola di non commentare mai i sondaggi».
Come potrà trainarla un Pd stimato al 21,5 per cento?
«Di cosa parliamo? Mancano sette settimane al voto e comunque circolano sondaggi che danno indicazioni diverse. Io sto facendo altro».
Cioè?
«Abbiamo lanciato la prima puntata del nostro grande progetto sui quartieri, a cui credo molto. Quando vado in giro percepisco che i cittadini non ne possono più di promesse elettorali».
E le sue cosa sono?
«Io aggiungo il tratto di concretezza che credo mi caratterizzi. Noi abbiamo da tempo avviato un lavoro con uno staff apposito che, grazie anche all’aiuto dei nostri consiglieri di zona, ha definito alcune priorità riassunte in un questionario cartaceo e on line. I cittadini hanno votato fra alcuni dei progetti proposti e ne abbiamo scelti due per ognuno dei 40 quartieri in cui abbiamo diviso la città. Oggi (ieri, ndr) ad esempio abbiamo cominciato a Baggio dove ci impegneremo su un’idea viabilistica, per una strada da completare, e su un progetto in tema ambientale: diciamo che quasi ogni giorno sarò in una di queste zone a tirare le fila del lavoro che renderemo operativo dal giorno dopo il nostro insediamento a Palazzo Marino».
Sicuro di vincere?
«Sicuro del lavoro che sto facendo. L’onorevole Gelmini ha annunciato il via a un piano di ascolto delle zone. Noi siamo già al momento delle risposte».
Ma esiste ancora l’effetto Expo? Gode ancora di quella popolarità?
«Ovunque vada la gente mi riconosce e la prima battuta è sempre su Expo: quindi credo che la riconoscibilità ci sia ancora. E poi, al di là dei tentativi di polemica di qualcuno, la gente continua ad essere affezionata a quell’esperienza, a quello che ha vissuto venendo al sito durante quei sei mesi e forse mi riconosce qualche merito sulla riuscita».
Lei insiste spesso sul suo essere «di sinistra»: questo non la allontana dai milanesi di centro?
«Manifesto una sensibilità di sinistra e una moderazione che credo sia nello spirito della città: sono un moderato nel senso che non alzo i toni e non cerco le polemiche, per me essere moderato significa rispondere ai problemi con le soluzioni e con i fatti. E questo è quello che vogliono i milanesi».
Arriverà un’altra lista di centro, appunto?
«Stiamo ragionando, ma io voglio evitare il rischio di un allargamento che magari porta un po’ di consenso ma che crea problemi all’omogeneità della coalizione. Su questo noi siamo più solidi del centrodestra: io non ho, come Parisi e Lupi, il problema di dover intervenire ogni giorno per correggere il tiro del mio azionista di maggioranza come devono far loro con Salvini».
Il sindaco Pisapia come la sta aiutando?
«Il sindaco si sta prendendo sulle spalle il compito di aiutare la lista Sinistra per Milano e fa bene. Stiamo organizzando un evento congiunto, al quale saranno presenti sia lui che Matteo Renzi come segretario del Pd».
Le piace questa Milano del Salone del Mobile?
«Moltissimo. In questi giorni mi è sembrato di rivivere un po’ lo spirito di Expo, l’idea di questa città che sa avere un respiro internazionale, vivace, creativo».