Corriere della Sera, 17 aprile 2016
L’M5s e il primo vertice con Davide Casaleggio
E Davide Casaleggio fa il suo esordio. In settimana, in segno di continuità con il lavoro del padre Gianroberto, è molto concreta l’ipotesi che incontri sia Virginia Raggi sia Di Maio e Beppe Grillo. Tutto ciò mentre nel Movimento si sta giocando una partita a scacchi fatta di silenzi, parziali ammissioni, ammiccamenti, riposizionamenti. Sono le ore dell’attesa. Gli ortodossi (vicini a Roberto Fico) – che rivendicano maggiore spazio – e anche i pragmatici (guidati da Di Maio) sono in una situazione di stallo. Il vicepresidente della Camera, dopo aver dichiarato al Tg1 la sua disponibilità a scendere in campo come candidato premier, torna di nuovo sul tema della leadership: «M5S non avrà mai un leader – twitta —. Ma si assume la responsabilità di governare con candidato premier scelto dagli iscritti e squadra di governo». Anche l’ala critica nel silenzio generale evita commenti o post sul futuro. La sensazione è che i diversi schieramenti abbiano timore di una mossa azzardata, che possa compromettere il loro ruolo nei nuovi assetti in via di definizione.
Quella che si apre domani si preannuncia come una settimana particolarmente importante per il Movimento. I summit di Casaleggio jr sono passi non solo formali verso la conferma dello status quo attuale (cosa che probabilmente alimenterà i malumori degli ortodossi). «I sondaggi ci danno in forte crescita, che senso avrebbe cambiare qualcosa? Inoltre la nostra struttura è rodata così come è ora», dice la maggioranza dei pentastellati. Casaleggio jr, oltretutto, conosce benissimo la «macchina Movimento» già da tempo: si è occupato lui di meet up e liste certificate. Ed è intervenuto anche in questioni più complesse e delicate. Ancora incerto il luogo dell’incontro: c’è chi preme tra i senatori per chiedere a Casaleggio di prendere parte a un vertice a Roma. Ma è molto più probabile, invece, che i summit si tengano a Milano, lontano dal clamore dei palazzi romani.
A Roma – che diventa sempre più crocevia centrale nelle dinamiche del Movimento – di sicuro transiterà Grillo, impegnato giovedì con la ripresa del suo show teatrale (ha posticipato la data di Taranto del 19 aprile a maggio): alcuni rumors danno il garante del M5S presente all’incontro con Sergio Mattarella in programma mercoledì. Di sicuro la delegazione sarà composta dai capigruppo del Movimento, Michele Dell’Orco e Nunzia Catalfo: i Cinque Stelle esprimeranno al capo dello Stato la loro preoccupazione sulla situazione politica contingente, a partire dal caso Trivellopoli». «Dobbiamo portare il nostro messaggio e ascoltare cosa pensa il presidente di certi temi», ragionano sibillini. Tessera non indifferente del mosaico sulla struttura dei Cinque Stelle è l’imminente tour in Europa di Di Maio, che di fatto aprirebbe una nuova fase nelle gerarchie interne, consolidando anche a livello istituzionale il ruolo del vicepresidente della Camera. Proprio a Montecitorio domani Di Maio prenderà parte a un convegno «Open democracy», che vede tra i relatori Bruno Kaufmann di DemocracyInternational e Miguel Ongil, direttore trasparenza di Podemos.
Ma il primo test della nuova fase del Movimento è rappresentato dal referendum in programma oggi: tutti gli esponenti pentastellati hanno rilanciato via social network il loro invito ad andare a votare e a votare sì. «L’unico vero test – prende le distanze un parlamentare – sono le prossime Amministrative». E forse proprio per questo senso un incontro – forse il primo del nuovo corso – tra Raggi e Casaleggio jr assume una rilevanza particolare.