Corriere Economia, 18 aprile 2016
Il re dei codici a barre raddoppia
Un impianto da 7 mila metri quadri interamente dedicato al settore dell’automazione industriale e pronto al raddoppio quando il mercato lo chiederà.
La strategia di espansione Datalogic passa dal lago Balaton, dove venerdì scorso la società leader dei codici a barre ha inaugurato uno stabilimento logistico e produttivo in grado di svolgere tutte le fasi del ciclo della divisione Automation e che a regime arriverà a produrre un milione di pezzi l’anno, diventando il punto di riferimento per la produzione di sensori di misura, barriere di sicurezza, marcatori laser e tutti i prodotti per applicazioni industriali.
«Un investimento da 9 milioni di euro in due anni, che portano il totale della capital expenditure a 20 milioni, una cifra che rappresenta il 4% del fatturato – spiega Valentina Volta, ceo della divisione Industrial Automation di Datalogic —. Le altre risorse sono state utilizzate per ampliare il polo Ricerca e Sviluppo di Bologna, che da 12 mila metri quadri arriverà a oltre 16 mila e dove assumeremo una settantina di ingegneri, e a sostituire le linee sia in Italia sia in Vietnam». I prodotti Datalogic sono utilizzati in oltre un terzo dei supermercati e dei punti di vendita in tutto il mondo e in un terzo degli aeroporti e delle aziende di servizi postali e di spedizione. Il gruppo ha otto stabilimenti nel mondo.
Le attività di data capture, che fanno i due terzi di fatturato, sono concentrate nell’High Tech Park di Saigon. Bologna è la sede centrale e cuore dell’R&D. L’Ungheria, con l’apertura dell’impianto nuovo di zecca, è diventato il terzo polo, quello dedicato all’automazione industriale. Qui sono state internalizzate attività finora assegnate in lavorazione a ditte esterne. La tecnologia all’avanguardia permetterà di rendere a ciclo chiuso l’attività produttiva.
Dopo essere diventato leader mondiale nell’acquisizione automatica dei dati, il re degli scanner e dei codici a barre Romano Volta, ingegnere elettronico che ha fondato Datalogic nel 1972 in un locale della parrocchia di Quarto Inferiore e che nel 1974 fece fare il primo beep a un pacchetto di chewing gum alla casse di un supermarket dell’Ohio, punta sui prodotti per l’industria, soprattutto il mondo dell’elettronica, dell’automotive e del packaging. «L’automazione industriale è il settore con più opportunità, anche alla luce della crescita dell’Internet delle cose, che vede gli oggetti dialogare tra loro – spiega Romano Volta, che è presidente e amministratore delegato del gruppo —. L’investimento in Ungheria permette di rendere più efficiente la supply chain e rappresenta una razionalizzazione vera. L’impianto sul lago di Balaton è al centro tra Nord e Sud e tra Est e Ovest. Da qui saremo in grado di consegnare in 24 ore ovunque nel mondo. Con il nuovo stabilimento abbiamo finito di preparare il terreno di crescita per i prossimi dieci anni».
Gli sbocchi per i prodotti dell’automazione industriale ci sono. «Qualunque fabbrica che abbia una linea di automazione ha bisogno dei nostri prodotti – dice Valentina Volta. E ora anche la Cina ha cominciato ad automatizzare i processi». Il gruppo ha chiuso il 2015 con ricavi in crescita del 15,2% a 535 milioni (+5,9% al netto dell’effetto cambio) e con un utile netto di 40,5 milioni (+31,4% rispetto all’anno precedente). Datalogic prevede di crescere a ritmi sensibilmente più alti del mercato, che in media fa +4% l’anno. Ed è per questo che sul lago da Balaton il gruppo bolognese ha acquistato un altro terreno.
Il gruppo non esclude acquisizioni, per entrare in possesso di tecnologie che sarebbe difficile sviluppare internamente oppure per rafforzare la posizione in mercati particolari. Acquisizioni che sarebbero finanziate autonomamente.