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 2016  aprile 18 Lunedì calendario

«Pulite bene questo schifo» disse Tamara Pisnoli, l’ex moglie di De Rossi, vedendo il sangue sul pavimento della sua villa

Sanguinava sul pavimento di una villetta all’Axa e all’improvviso la vide. Bionda e fantastica. Poi, di colpo, sentì che diceva: «Pulite bene, che qui avete fatto uno schifo». Perché Tamara Pisnoli, l’ex moglie del giocatore della Roma Daniele De Rossi, è pur sempre una donna, anche durante il recupero di un prestito «a cravatta», come quello nei confronti di un piccolo imprenditore Antonello Ieffi.
In equilibrio fra passato e futuro, la figlia di Massimo Pisnoli, ucciso da un proiettile in bocca (i suoi killer avevano voluto che si inginocchiasse) aspetta che si concluda l’indagine nei suoi confronti.
Siamo nel 2013. L’uomo sul pavimento si chiama Antonello Ieffi. Nel curriculum c’ è scritto imprenditore ma, più che altro, è noto per una storia passata con Manuela Arcuri. Due anni prima, invaghito dal business del fotovoltaico, si è fatto prestare 85mila euro dalla Pisnoli. Un prestito con «interessi mensili al 20%». Ora deve trovarne 200mila per risarcire i suoi sponsor. S’illude di sapersi muovere fra un assegno e l’altro, accetta solo consigli sballati finendo per indebitarsi non più con la sola Tamara Pisnoli ma con due differenti gruppi criminali. Ed ecco come si arriva a quel pavimento nella casa elegante all’Axa.
Il 17 luglio l’imprenditore sale su un’autovettura che lo porta a casa Pisnoli. Probabilmente è la villa in cui Tamara ha vissuto con Daniele De Rossi, vai a sapere, certo Ieffi non pensa a quello mentre lo gonfiano di calci. Neppure tenta di rialzarsi ed è ancora sul pavimento mentre uno di loro gli incide la fronte in profondità: «così non ti dimentichi». Ieffi perde sangue della testa, viene tamponato con la sua stessa maglietta mentre la Pisnoli, invita tutti a pulire «lo schifo» per terra.
Il reato di usura nella città dall’imprese minuscole e quasi infinitesimali stacca di molto altre attività criminali. I gruppi pescano manovalanza qui e là, tra i Casamonica e gli Spada. «La non comune ferocia del pestaggio» è spiegata nelle motivazioni alla condanna di una parte degli autori. In quella villetta due gruppi criminali, l’uno e l’altro nel ramo usura, combatte per affermare il proprio prestigio criminale. Il messaggio non è rivolto al piccolo faccendiere semmai all’avversario. Una comunicazione limpida quanto una sanguinosa incisione sulla fronte. «Ciascuno è impegnato a prendere le distanze da Ieffi l’uno di fronte all’altro dimostrando attraverso la pesantezza delle lesioni inflitte di tenere più alla concordia fra loro che alla sorte dei comune debitore». Superando la paura, Ieffi ha poi denunciato. Una delle due squadre, quella di Manuel Severa, detto il Matto, Simone Di Matteo, Fabio Gioacchini e Fabio Pacassoni, titolari di un altro credito nei confronti di Ieffi ha subito condanne dai 7 ai 6 anni di carcere. Su Tamara Pisnoli, invece, le indagini sono in corso.