la Repubblica, 18 aprile 2016
Il caso Regeni finisce imbarazza anche la Roma e l’egiziano Salah
L’ennesima boutade, poi smentita, da parte del portavoce del ministro degli Esteri egiziano che annunciava «una svolta imminente nelle indagini sull’omicidio di Giulio». Rumors dal Cairo che parlano di un ritorno sulla prima pista, quella dell’omicidio per “motivi personali”. E un caso diplomatico che rischia, inevitabilmente, di crearsi attorno al calciatore della Roma, Mohamed Salah, simbolo dell’Egitto, che domenica prossima dovrebbe entrare in campo con lo striscione di Amnesty International “Verità per Giulio”.
Le indagini sull’omicidio di Giulio Regeni, per lo meno quelle egiziane, sembrano rimanere immobili, movimentate esclusivamente dai soliti depistaggi mediatici di pezzi del governo.
Ieri è toccato al portavoce del ministro degli Esteri, Ahmed abou Zeid, che nel chiedere all’Italia di «allentare le pressioni politiche» sulla vicenda avrebbe annunciato al quotidiano egiziano Al Watan un «importante sviluppo negli ultimi due giorni» per poi smentire immediatamente la dichiarazione.
Certo è che in queste ore al Cairo stanno provando a dare un’accelerata alle indagini tornando però alla pista che, secondo le autorità italiane, è quella più sbagliata: quella personale.
Tutto questo avviene mentre in Italia tiene banco il caso che riguarda Salah, il centrocampista della Roma che, come tutti gli altri giocatori di A, il 25 aprile dovrebbe entrare in campo nella partita casalinga contro il Napoli con lo striscione “Verità per Giulio”.
Un’iniziativa – proposta da Amnesty e Antigone – che la serie A ha raccolto ma che sta mettendo molto in imbarazzo il calciatore, simbolo dell’Egitto e anche del governo di Al Sisi tanto che il ministero del Turismo egiziano ha chiuso un accordo di sponsorizzazione con la Roma.
«Da parte nostra – spiega il presidente della Lega, Maurizio Beretta – abbiamo aderito con la massima disponibilità e lo faremo con le solite modalità: dei bambini porteranno in campo lo striscione che chiede “Verità per Regeni” e si posizioneranno davanti le due squadre schierate al centro del campo. Questa è la nostra procedura e non cambierà, come già sanno tutte le società. Ma devo dire che nessuno ci ha chiesto, al momento, di cambiare».
«Nessuno chiaramente vuole imporre un pensiero» fanno sapere Amnesty e Antigone. “Se Salah dunque preferisce non essere fotografato dietro quello striscione, massimo rispetto. Ma ci preme molto che l’iniziativa raccolga l’adesione di tutte le società e che da Bergamo a Napoli, tutte le squadre chiedano Verità per Giulio».