Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 18 Lunedì calendario

Colore giallo, legno e ceramica, Zaha Hadid, folla. Le dieci parole vincenti del Salone del mobile

1 Il nuovo classico Sulla scia del corto di Matteo Garrone, proiettato con successo (e code infinite) al Salone del Mobile, il mobile classico rinasce. Suggestioni di arredi precursori del contemporaneo, raccontate alla perfezione dal regista e dai produttori in fiera. Talmente attuali da aver ispirato anche molti marchi di design, autori di prodotti dall’eleganza misurata. Aspiranti a diventare dei «classici».
2 Giallo Dalla moda alla casa, il colore si è visto su molti arredi: contemporaneo sulla seduta da esterni Imba di Federica Capitani per Moroso, d’antan sulla collezione da esterni Locus Solus che disegnò Gae Aulenti nel 1964 e oggi riedita Exteta. Per non dire dei metalli: al primo posto l’ottone, poi il bronzo e il rame (e relative finiture). Che sia l’augurio di una nuova età dell’oro?
3 Legno&ceramica Materiali trionfatori per arredi e oggetti. Legno naturale, opaco, persino laccato lucidissimo, essenze classiche ed esotiche, protagonista anche di installazioni e mostre: una su tutte, Inside Wood, in via Ventura, a cura della Bergen Academy of Design. Magistrale la rilettura della ceramica: Botteganove per esempio inventa un mosaico con roselline applicate, Paola Lenti trasforma in tavoli le maioliche acquarellate della stilista Marella Ferrera.
4 Craft design Il «saper fare» si conferma protagonista: per dire che sta in questo connubio l’eccellenza del design. Le bravure tutte italiane sono state anche il cuore del lancio di alcuni nuovi marchi: Matteo Thun Atelier rilancia gli artigiani delle sedie chiavarine e i ceramisti di Montelupo, Ghidini 1961 le lavorazioni dell’ottone, Piero Castellini con gli arredi C&C Milano la filiera artigianale brianzola.
5 Cucine condivise Tema forte lo «sharing»: al ristorante Marta (reinventato da Ambra Medda per Airbnb) con oggetti creati da artigiani di tutto il mondo per momenti conviviali con dolci e pane fatti in casa. E in Fiera accolti da cucine «amichevoli»: finiture «calde» e tecnologia smart.
6 Pop up shop Vedi la mostra e poi acquisti. Complementi e piccoli accessori con i danesi di Hay, magici pezzi per la tavola giapponesi selezionati dai designer di Atelier Oi, piccole creazioni firmate Nendo a margine della sua mostra con le sedie manga. Un’occasione (graditissima dal pubblico) per creare un legame più stretto con gli oggetti visti.
7 Palazzi Da Palazzo Cusani (per Atelier Swarovski) a Palazzo Turati con il design olandese, all’Albergo Diurno Venezia per la mostra della Fondazione Cologni. Ma anche un appartamento d’epoca in via Cesare Correnti, scenario di artigiani contemporanei. Luoghi storici mai aperti prima: così il passato può dialogare con il design.
8 Brera È stato il distretto vincitore per concentrazione e qualità degli eventi, bellezza e varietà delle location. Molti debutti sono avvenuti qui: dalla prima collezione in porcellana giapponese disegnata da Scholten Baijings (a breve in mostra al Rijksmuseum) al lancio del marchio Jcp, al debutto del nuovo showroom di Cappellini.
9 Zaha Hadid Mancata alla vigilia della Design Week, è stata una presenza-assenza. Chi ha lavorato con lei le ha reso omaggio riproponendo i suoi progetti di arredo, uno su tutti Sawaya&Moroni che ha allestito in negozio una galleria con tutti i suoi pezzi.
10 Folla Si è vista dappertutto. Rispetto ad altre edizioni, la sensazione è stata di un pubblico più maturo: meno smania di divertimento, più voglia di capire e farsi sedurre dagli oggetti.