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 2016  aprile 17 Domenica calendario

Papa Francesco in visita nell’isola greca di Lesbo • Ivan lo Bello indagato nel filone siciliano dell’inchiesta sul petrolio • Oggi si vota sulle trivelle • La Groenlandia sta diventando grigia • Diventeremo immortali col trasferimento della nostra mente in un avatar? • Il digiuno allunga la vita

 

Francesco 1 Papa Francesco ha fatto visita al Moria Refugee camp nell’isola greca di Lesbo dove sono ammassate tremila persone. L’accordo tra Ue e Turchia ha trasformato il Moria in un carcere. Reticolati, tre ordini di filo spinato, container rugginosi. Solo 250 persone possono avvicinare Bergoglio, una bimba gli si getta ai piedi e lui la rialza commosso, un uomo è scosso dai singhiozzi, ciascuno cerca di raccontare la sua storia, altri da lontano gridano «pace» e «libertà». Con il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo e Hieronymos di Atene, il Papa firma una «dichiarazione congiunta» in cui cattolici e ortodossi «implorano» la fine dei conflitti. «Accogliere, assistere, proteggere». Insieme pranzano in un container con alcuni rifugiati, gettano in mare tre corone di fiori per ricordare i morti. Francesco elogia la gente di Lesbo, l’umanità di chi «rifugge dall’illusione di innalzare recinti per sentirsi più sicuri». Nel viaggio di ritorno in aereo, mostrando i disegni dei bambini rimasti là - barche sfondate, piccoli che annegano, un sole in lacrime – Francesco dice: «C’è da piangere» (G.G.V., Cds).

Francesco 2 La visita di Francesco nell’isola greca di Lesbo, cinque intensissime ore, si è conclusa con un gesto mai compiuto prima: il Papa ha fatto salire sull’aereo che lo riportava a Roma tre famiglie di profughi siriani, tutti di fede musulmana. Dodici migranti, uomini, donne e bambini, che ora riceveranno una prima accoglienza presso le strutture della Comunità di Sant’Egidio a spese del Vaticano (Tornielli, Sta). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Di Bello Il vicepresidente di Confindustria Ivan lo Bello e il caposegretria della senatrice Anna Finocchiaro, Paolo Quinto, membro dell’assemblea nazionale Pd, sono indagati nel filone siciliano (con sette indagati, tra cui il capo di stato della Marina Giuseppe De Giorgi) dell’inchiesta sulle estrazioni di petrolio in Basilicata. L’ipotesi di reato è associazione per delinquere finalizzata alla «turbata libertà del procedimento di scelta del contraente» in relazione alla concessione demaniale di un pontile nel porto di Augusta (Siracusa). Un affare da 20 milioni di euro l’anno. Proprio per assicurarsi il controllo del pontile, secondo la Procura di Potenza, fu costituita un’associazione per delinquere composta dall’ex fidanzato della Guidi, l’imprenditore petrolifero Gianluca Gemelli, Nicola Colicchi (imprenditore ciellino, presidente della Camera di commercio di Siracusa, componente dell’esecutivo nazionale della Compagnia delle Opere) Paolo Quinto e lo stesso Lo Bello. A Colicchi e Gemelli è attribuito il ruolo di «promotori, ideatori ed organizzatori», mentre a Quinto e Lo Bello quello di «partecipanti» (Longo, Sta).

Trivelle Oggi il referendum sulle trivelle. Gli italiani diranno se vogliono mantenere la norma introdotta nella legge di Stabilità 2016 dove è previsto che gli impianti per l’estrazione di gas e petrolio possano restare in attività fino a quando il giacimento sarà esaurito. E in questo caso la crocetta da apporre sulla scheda è il «no». Sbarrando la casella del «sì» invece gli elettori chiederanno che la produzione venga interrotta allo scadere naturale delle concessioni già rilasciate. È in gioco il futuro degli impianti già esistenti entro le 12 miglia dalla costa, in tutto 44. Non si parla di nuove aperture di pozzi o piattaforme. Anche se vincesse il partito di chi vorrebbe abrogare la norma, gli impianti provvisti di permesso ancora valido continueranno a funzionare. Nove di questi, ad esempio, scadono nel 2034. L’esito del referendum dipenderà dal quorum, cioè dalla percentuale dei cittadini che andranno alle urne. Perché la consultazione abbia valore è necessario che la scheda venga compilata dal 50% degli elettori più uno. Hanno diritto al voto 46.732.590 italiani, più i quasi 3 milioni 900 mila residenti all’estero. I giovani al primo appuntamento con i seggi sono poco più di 828.500. Si comincia stamattina alle 7, si chiude alle 23. Subito dopo, lo spoglio (De Bac, Cds).

Groenlandia 1 La zona meridionale della Groenlandia ha cominciato a sciogliersi quest’anno il 12 aprile, quasi un mese prima della media, con temperature che hanno raggiunto picchi fino a circa 15 gradi (Tedesco, Rep).

Groenlandia 2 Secondo gli scienziati la Groenlandia sta diventando grigia. Ciò è dovuto soprattutto a due fattori. Il primo: a partire dal 1996, la Groenlandia è entrata in una fase in cui lo scioglimento del ghiaccio è aumentato anno dopo anno, e continua tutt’oggi ad aumentare. Uno scioglimento più intenso favorisce l’esposizione al sole del ghiaccio sottostante lo strato del manto nevoso. Il ghiaccio assorbe fino al settanta per cento della radiazione solare, a differenza della neve che ne assorbe solo circa il trenta. L’aumento dello scioglimento, perciò, favorisce l’esposizione del ghiaccio (più scuro della neve) che, a sua volta, aumenta lo scioglimento e, ancora, rende la superficie più scura. Questo meccanismo instaura una reazione a catena in cui lo scioglimento aumenta in maniera progressiva. Il secondo fattore riguarda la presenza di polveri, sabbia e fuliggine sulla superficie del ghiaccio. Uno scioglimento più intenso favorisce anche l’aumento della concentrazione di tali materiali. Polveri sottili e ceneri vengono depositate sulla supeficie della neve continuamente tramite vento e precipitazioni. Le sorgenti di tali particelle sono molteplici e disparate: da granelli di polvere dal deserto del Gobi alle ceneri delle eruzioni vulcaniche, fino agli incendi nel nord della Siberia e a detriti meteoritici. Quando la neve si scioglie, tali particelle vengono in parte disperse dal flusso d’acqua e in parte intrappolate sulla superficie della neve o del ghiaccio: più la neve si scioglie, più le particelle tendono ad accumularsi sulla superficie. Come per il ghiaccio esposto, anche in questo caso un aumento dello scioglimento favorisce un aumento dell’accumulo di particelle scure sulla superficie che, a sua volta, ne aumenta lo scioglimento (perché le particelle scure assorbono più energia solare dei fiocchi di neve). Anche in questo caso si instaura, perciò, una reazione a catena (ibidem).

Immortalità 1 Il miliardario russo Dmitry Itskov è convinto di poter vivere per sempre attraverso una macchina e così ha stanziato decine di milioni di euro per un progetto chiamato “2045 Initiative”, che ha l’obiettivo di arrivare al trasferimento della mente su un robot o un avatar. La Bbc ha dedicato un documentario al tema ( The immortalist) e il direttore scientifico di “2045 Initiative”, Randal Koene, neuroscienziato, già professore all’università di Boston, è un convinto sostenitore dell’emulazione del cervello, come la definisce lui: «Non nego sia molto, molto complicato arrivarci. Ma in teoria è possibile e ne abbiamo le prove». L’approccio di Koene e dei suoi colleghi è quello di considerare il cervello come un computer, che trasforma gli input, dati sensoriali, in output, ovvero la nostra personalità e il nostro comportamento. Se questo processo potesse essere interamente mappato allora potrebbe anche, in teoria, essere copiato su un computer. «Per trasferire il cervello dobbiamo prima capire come funziona. Questo significa arrivare a conoscere il connettoma, ovvero la rete di tutte le connessioni sinaptiche. Tra un paio di mesi avremo il primo connettoma completo, quello della drosofila, il moscerino della frutta, che è stato realizzato dal Max Planck Institute con due anni di lavoro. Una volta arrivati al connettoma bisogna osservare la funzione delle sinapsi del cervello mentre è in attività, ovvero mentre si pensa, si sogna, si ricorda. Un progetto del dipartimento della Difesa americano è riuscito finora a vedere in funzione, contemporaneamente, un milione di neuroni. È sicuramente un grande passo avanti». Una delle prove che lo scienziato porta a esempio arriva dall’università della Southern California. Qui l’ingegnere biomedico Theodore Berger è riuscito a sviluppare la prima protesi neurale, quella dell’ippocampo. Come se fosse un braccio o una gamba bionici, questo ippocampo fittizio è stato testato con successo sui topi e sta per partire la sperimentazione sull’uomo. «È la prima tangibile dimostrazione che il cervello sia una macchina. Se possiamo rimpiazzarne un pezzo allora possiamo rimpiazzarlo tutto». Per arrivare al trasferimento della mente serviranno alcune decadi, prevede il neuroscienziato: «Dopotutto i nostri neuroni sono uguali a quelli della drosofila» (Ameri, Rep).

Immortalità 2 In Giappone l’esperto di robotica Hiroshi Ishiguro, già creatore di Erica, l’umanoide più avanzato mai realizzato, è convinto che nelle prossime decadi i suoi robot diventeranno il guscio dentro il quale sarà racchiusa la mente degli uomini (ibidem).

Immortalità 3 Rafael Yuste, definito da Nature uno degli scienziati più influenti al mondo, da oltre vent’anni si occupa di capire come operi il nostro cervello: «Non abbiamo prove certe che scartino l’ipotesi del mind uploading. Ma sono propenso a pensare che il cervello non funzioni come un computer, ma come una macchina biologica. In questo caso il suo contenuto potrebbe essere trasferito solo su un substrato biologico, per esempio in un animale». Miguel Nicolelis, professore di neuroscienze alla Duke University, North Carolina: «È impossibile ridurre il cervello a un medium digitale. Intuizione, odio, amore, coscienza non si possono trasformare in algoritmi. Per ora è fantascienza, preoccuparsene troppo è solo una perdita di tempo». (ibidem).

Digiuno Esperimenti sugli animali hanno dimostrato che lunghi digiuni allungano la vita fino al 30% (Dusi, Rep).

(a cura di Roberta Mercuri)