ItaliaOggi, 15 aprile 2016
Hitler giorno per giorno, in un libro di 2.432 pagine
In vacanza con il Führer. Diverse agenzie propongono da sempre con discrezione, dei tour sulle tracce di Adolf Hitler. Offerte non economiche per appassionati della storia e per nostalgici. A Berlino si gira per luoghi che non esistono più o che non si possono vedere. Si cammina sul bunker dove si tolse la vita, ben nascosto sotto un campetto di giochi per bambini, o innanzi all’albergo dove risiedeva prima di giungere al potere e che poi fu distrutto dalle bombe.
A Monaco si guarda il palazzo dove risiedeva insieme con l’amata nipotina, ma l’appartamento è occupato da una stazione di polizia. Si va in pellegrinaggio alla sua casa natale a Braunau, in Austria sul confine con la Baviera, o a Berchtesgaden, al Nido dell’Aquila, il lussuoso rifugio sulle Alpi bavaresi dove Adolf progettava di conquistare il mondo. Un turismo discreto e redditizio.
A fine aprile sta per uscire una guida completa «Hitler, Das Itinerar», edita dalla Berlin Story Verlag, e sarà certamente un piccolo bestseller nonostante il prezzo e la mole, quattro volumi, 2.432 pagine, per cui si dovranno sborsare 399 euro.
L’autore Harald Sandner, 56 anni, non è uno storico di professione e neanche un giornalista, lavora in una ditta di logistica. E non è un nostalgico, assicura Der Spiegel che gli dedica un’intervista in anteprima, ma uno di quei dilettanti che alla loro mania, o al loro hobby, dedicano la vita. Sandner ha impiegato vent’anni per la sua opera monumentale, e una cifra imprecisata, diverse decine di migliaia di euro per seguire di luogo in luogo le tracce del Führer. Di giorno in giorno, addirittura di ora in ora. Hitler ha vissuto 56 anni e dieci giorni, e oltre quattromila giorni rimase al potere.
Perché? E ne valeva la pena? gli chiede il settimanale. Sandner non ha voluto scrivere un’opera per fanatici del III Reich. «Con le mie ricerche, sostiene, ho svelato piccole e grandi menzogne, censure e mistificazioni mai innocenti». Tutto è cominciato nella sua città natale, Coburg, in Baviera al confine con la Turingia. La sua prima opera è dedicata alla cronaca della cittadina prima e durante il III Reich. «Gli storici locali sostengono che Hitler vi passò solo tre volte, e invece compì ben 17 visite. I legami di Coburg con il nazismo furono solidi: qui fu eletto il primo sindaco nazista, qui vennero compiute le prime violenze contro gli ebrei». E il duca Carl Eduard Sachsen Coburg, della dinastia imparentata con tutte le case regnanti d’Europa, era nazista, fin dalla prima ora. La regina Vittoria era una Coburg, parlò tedesco fino a nove anni. E suo nipote Edoardo VIII era un fan di Hitler, e venne in viaggio di nozze in Germania con Wally Simpson. Si dice che fosse stato costretto ad abdicare, non a causa dell’amore per la divorziata americana, ma per i suoi contatti con il Führer, attraverso i parenti di Coburg.
«Sono avvenute censure da parte degli storici, sia di parte per creare la figura del Führer, sia di quanti non hanno per pigrizia controllato i fatti. Ad esempio, si è sempre sostenuto che Hitler non avesse mai messo piede all’Hotel Adlon di Berlino, per lui simbolo di una società cosmopolita, ricca e corrotta, io ho trovato le foto che dimostrano come ci fosse andato diverse volte». Onesto? Il 17 settembre del 1931 si recò dalla ditta Michale Dichtl nella Schleißhamerstrasse 26 a Monaco per comprare quattro pneumatici. E non saldò il conto finché non ricevette la diffida di un avvocato. Particolari senza importanza? Ma, insiste Sandner, raccontare dove e perché in un certo giorno si trovasse Hitler svela i rapporti con il potere, le complesse complicità con il mondo industriale e politico tedesco. A molti non farà piacere scoprire dove il Führer dormì una notte. A casa loro, a loro insaputa, o forse no.