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 2016  aprile 15 Venerdì calendario

La Germania obbligherà i migranti ai corsi di lingua tedesca

A sette mesi dalla decisione della cancelliera Angela Merkel di aprire le frontiere tedesche ai rifugiati, la Germania si dota per la prima volta nella sua storia di una legge sull’integrazione. Un «passo storico», l’ha definito il vice cancelliere e ministro dell’Economia Sigmar Gabriel, presentando insieme ad Angela Merkel e a mezzo governo tedesco l’intesa raggiunta dai vertici della maggioranza.
Il disegno di legge, che verrà approvato dall’esecutivo il 24 maggio, prevede un mix fatto di incentivi per consentire ai migranti di metter piede nel mercato del lavoro e di sanzioni per chi rifiuta di integrarsi. Per dirla con Merkel: «Un’offerta per tutti, ma anche obblighi per tutti». Il nocciolo dell’iniziativa, ha notato la cancelliera, è «integrare quante più persone possibili nel mercato del lavoro». Ecco allora che, sul fronte delle «offerte», verrà sospesa per tre anni la norma secondo cui i richiedenti asilo possono ottenere un posto solo dopo che è stato accertato che non ci siano cittadini tedeschi o europei che potrebbero svolgere quel lavoro. In tal modo i migranti potranno essere impiegati anche come interinali.
Lo Stato finanzierà la creazione di 100.000 nuove «opportunità lavorative» per i rifugiati, meglio note come «Ein Euro Jobs» (impieghi da un euro). L’obiettivo è avvicinare i migranti al mercato del lavoro e consentir loro un’occupazione «sensata e di pubblica utilità durante la procedura d’asilo», si legge nelle sei pagine che riassumono l’accordo.
Chi svolge un apprendistato non potrà essere espulso per l’intera durata della formazione professionale; se non lo porta a termine, però, perde il permesso di soggiorno.
Sul fronte delle sanzioni il testo prevede che chi rifiuterà di partecipare alle misure finalizzate all’integrazione – come i corsi di lingua e cultura tedesca – verrà punito con un taglio delle prestazioni finanziarie destinate ai rifugiati. Un permesso di soggiorno permanente verrà concesso solo a chi dimostrerà di essersi integrato. Chi commetterà reati perderà il diritto di soggiorno.
Obbligo di residenza
Lo Stato potrà stabilire in quale comune i rifugiati dovranno vivere (obbligo di residenza), un punto voluto dal ministro degli Interni, Thomas de Maizière, per evitare la nascita di ghetti nelle grandi città. Chi non vi si atterrà dovrà fare i conti con delle sanzioni.
I corsi di integrazione diventano poi obbligatori per chi ha già ottenuto o potrebbe ottenere lo status di rifugiato.
Critiche arrivano dall’ong Pro Asyl, che parla di «legge di disintegrazione»: quello che manca non è la volontà dei rifugiati a integrarsi, bensì sono le offerte del governo a tale scopo, argomenta l’associazione, visto che le richieste per partecipare ai corsi di integrazione superano di gran lunga i posti disponibili.