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 2016  aprile 15 Venerdì calendario

L’Austria fa sapere che non vuole diventare una sala d’attesa per i migranti. Per questo chiuderà il Brennero e per questo pretende da noi di fare controlli anche dal lato italiano

Falco non da oggi – ha già minacciato di mandare la polizia al confine con l’Italia – il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil (SPÖ) si è aggiunto ieri al coro di intimidazioni del suo governo. Mentre le ruspe preparano la frontiera italo-austriaca all’eventuale ripristino dei controlli (e un’altra barriera è in preparazione al confine con l’Ungheria), il ministro socialdemocratico ha spiegato, durante il congresso tirolese del suo partito, che «se l’Italia si comporta come ci aspettiamo si comporti», cioè se lascia passare i migranti e i profughi verso il Brennero, «e la Germania si comporta come ci aspettiamo che si comporti», cioè li respinga al confine con l’Austria, il suo Paese rischia di diventare «una sala d’attesa». In questa «situazione estrema», Doskozil ha puntualizzato che «il Brennero verrà chiuso». Il passo successivo sarà quello «di pretendere dall’Italia di poter fare controlli anche dal lato italiano».
Gli austriaci continuano insomma a usare molti “se” e “ma”, al di là dei toni roboanti. Ma la reazione del ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni è stata comprensibilmente dura. Se fosse vera, l’ipotesi di bloccare la frontiera «sarebbe grave, perché significa dimenticare che i problemi vanno affrontati insieme», ha commentato, aggiungendo che sarebbe «un brutto segnale per l’Europa». Doskozil ha anche ammesso che il tetto dei 37.500 richiedenti asilo stabilito da Vienna «potrebbe essere superato».
E se viene da stropicciarsi gli occhi all’idea che a minacciare chiusure dei confini sia un ministro socialdemocratico, è utile sapere che il congresso del Tirolo ha approvato una mozione che rifiuta la costruzione di una barriera al Brennero. Sabato il cancelliere Faymann è atteso a Vienna a un congresso SPÖ che si annuncia infuocato. A furia di rincorrere la destra populista sui migranti, il cancelliere sta spaccando i socialdemocratici. E la data del 24 aprile, soprattutto del ballottaggio del 22 maggio, quando l’Austria potrebbe ritrovarsi un presidente della Repubblica della destra haideriana, si avvicina. Proprio il presidente uscente Heinz Fischer in un intervento per Repubblica, dopo la lettera di Napolitano del 5 aprile («Il Brennero deve unirci») ha ricordato come «l’Austria sia costretta a ricorrere a misure aggiuntive» per l’emergenza migranti. Intanto il governo Merkel, ricompattatosi dopo la lunga crisi invernale, ha approvato una legge che la cancelliera ha definito «storica» sull’integrazione. In estrema sintesi introduce meccanismi sanzionatori per i migranti che non si integrano, misure per evitare ghetti e per favorire il lavoro dei migranti, anche ricorrendo ai discussi «lavori da un euro».