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 2016  aprile 14 Giovedì calendario

Alla fine, Cameron non è stato sfiduciato, non si è dimesso e potrà tornare a fare il bullo in Libia

Da 25 anni risiedo all’estero (Uk, Usa, Ch), ciò mi ha dato il privilegio di capire come le loro élite declinano alcune parole: libertà, democrazia, legalità, privacy, fisco, lobbying, pedofilia, droga, rapporto politica-finanza-magistratura. Colà assumono significati curiosi per noi italiani, inguaribili provinciali.
Uno degli aspetti comunicazionali più stucchevoli del periodo berlusconiano si palesava allo scoppiare di qualche scandalo, il riferimento delle nostre élite ai paesi cosiddetti civili (in primis gli anglosassoni, e i centro-nord europei).
Nei talk comparivano alcuni, alzavano il sopracciglio ben disegnato dal visagista, predisponevano la bocca nella forma salottiera detta a culo di gallina, cominciavano a pontificare sulla diversa statura morale di costoro, disquisivano di conflitto di interessi, di corruzione, della necessità di dare le dimissioni al primo sospetto, con la frase mitica «ci si difende nel processo non dal processo», si citava la mitica moglie di Cesare, le dimissioni di un politico tedesco per aver scopiazzato una tesi di laurea, dissotterrando tutto il più bieco armamentario radical chic. I più colti riflettevano pensosi pure sulla nostra atavica distanza dall’etica weberiana.
Fuffa allo stato puro, in quanto il modello del Ceo Capitalism in quei paesi poggia, tra l’altro, su una Magistratura spesso embedded, su un generalizzato conflitto di interessi sanato sulla carta da ridicoli protocolli, su una raffinata corruzione che loro declassano a lobbying (però sono molto severi con quelli non iscritti all’album). In altre parole, colà pochi rubano tanto, con tecniche sopraffine che spesso legalizzano il furto, da noi tanti rubano poco, con modalità volgari, per questo nelle classifiche noi siamo in basso, loro in alto.
Mi permetto di chiedere alle élite nostrane: come la mettiamo con le (non) dimissioni di Cameron, dal tight quantomeno schizzato? Da diversi giorni appena sveglio digito: dimissioni di Cameron? Niente. In tre ore tre, si dimette un nostro Ministro neppure inquisito, invece, malgrado lo scandalo, ogni giorno Cameron se ne inventa una, ma rimane aggrappato alla cadrega. Lo aveva già fatto nel 2011, quando venne arrestato il suo portavoce Andy Coulson per lo scandalo delle intercettazioni. Erano intercettazioni non della magistratura ma fra privati, la forma più alta delle mitiche privatizzazioni inglesi? Mai nessuno aveva pensato di privatizzare le intercettazioni. L’unico lavoro che pare abbia fatto prima di essere Premier è stato di «consigliere di John Major per le conferenze stampa» (confessò: «mi alzavo sempre alle 4,45 a.m.», ma che lavoro era?)
È dura per un liberale come me accettare uno come Cameron, che si definisce pure lui liberale. E dire che aveva una grande opportunità. Andare subito alla Camera, e con la sua nota dialettica da bellimbusto salottiero, fare un grande discorso, se non con la profondità, almeno con il piglio di Churchill:
«È vero, il conto era di mio padre, io l’ho ereditato, certo mia madre mi fatto donazioni aggirando il fisco, e allora? I quattrini sono miei e me li tengo, punto. Se volete sfiduciarmi per questo, fatelo pure, ma vi ricordo che mio padre non era un pirata ma un corsaro (privateer), questi, a differenza dei pirati (loschi stranieri), hanno fatto grande l’Inghilterra, l’hanno arricchita depredando gli altri, erano fedeli servitori della Corona, si consideravano cittadini a tutti gli effetti (un nome per tutti, Sir Francis Drake). Tale fu mio padre, un corsaro, e io ne rivendico la statura morale, tipicamente inglese, non per nulla noi Cameron siamo pure nobili».
Nulla di tutto questo, ho assistito in diretta dai Comuni Cameron, è stato penoso, ha letto a velocità supersonica quattro foglietti, ragionamenti confusi passando con leggerezza dalla sua vicenda personale alla lotta all’evasione fiscale, di Uk contro il mondo degli evasori (sic!). L’unico momento alto è stato «sono orgoglioso di mio padre». Alla fine del pistolotto, lui non si è dimesso, non è stato sfiduciato, potrà tornare a fare il bullo in Libia. Altrettanto penoso Corbyn, sembrava un funzionario della Cgil in trasferta. Altro che perfida, cara Albione sei semplicemente penosa.
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