Il Messaggero, 14 aprile 2016
Lo spacciatore arrestato al Virgilio ha chiesto il patteggiamento
Un anno di reclusione, con sospensione della pena e con la promessa di svolgere lavori socialmente utili. È la richiesta avanzata dall’avvocato Alessandra Cacchiarelli, che difende Luca Giordano, lo studente diciannovenne finito prima ai domiciliari e poi in regime di obbligo di firma per aver spacciato all’interno del liceo classico Virgilio, in via Giulia. Durante l’ultima udienza del processo, che vede il ragazzo sul banco degli imputati per cessione di stupefacenti a un minorenne, la proposta di patteggiamento ha ottenuto il parere favorevole della Procura. Il dibattimento è stato aggiornato alla prossima settimana. Ora, la decisione passa nelle mani del giudice.
L’ARRESTO
Giordano è stato arrestato lo scorso 22 marzo, durante un blitz dei carabinieri nell’istituto del Centro. Il ragazzo, rappresentante d’istituto, è stato sorpreso nel cortile della scuola mentre vendeva hashish ad alcuni compagni, ed è stato ammanettato dai militari in borghese. Il giorno seguente il giudice ha convalidato la misura, disponendo gli arresti domiciliari. Durante l’udienza per direttissima, un gruppo di alunni protestava in via Giulia, innalzando striscioni e intonando slogan contro la preside del liceo, e contestando le modalità d’intervento dei carabinieri. Anche i corridoi del tribunale erano pieni di studenti, arrivati a piazzale Clodio per sostenere il compagno. Una settimana dopo, la misura cautelare è stata alleggerita: i giudici del Riesame hanno disposto che Giordano venisse gravato solo dall’obbligo di firma alla polizia giudiziaria, in modo da consentire al giovane di terminare l’anno scolastico. La decisione è stata motivata dal fatto che il ragazzo avesse cambiato scuola. Come hanno sottolineato i giudici, l’allontanamento dal liceo di via Giulia, «nel cui contesto di amicizie e conoscenze è maturata la vicenda», ha fatto venire meno le esigenze degli arresti domiciliari. Anche il pm Tiziana Cugini aveva dato parere favorevole, per incoraggiare l’indagato a proseguire gli studi in un ambiente diverso. Lo stesso ragionamento è stato fatto per la richiesta di patteggiamento, concordata con la Procura. Giordano, che potrebbe estinguere il debito con la giustizia in un anno non menzionato nel casellario giudiziale, ha anche proposto di prestare servizio in un’associazione di volontariato.