La Stampa, 14 aprile 2016
Arrestato uno dei ladri che ha svaligiato la villa di Allegra Agnelli
L’altra sera, quando i carabinieri lo hanno fermato per un controllo, su una strada alla periferia di Desenzano del Garda, è sbiancato e ha iniziato ad agitarsi. Perché il kosovaro di 42 anni sulla sua Bmw nascondeva una quindicina di orologi rubati, la notte di Pasqua, nella villa di Allegra Agnelli, all’interno della tenuta de La Mandria, a pochi chilometri da Torino. I preziosi recuperati avrebbero un valore complessivo stimato in circa 200 mila euro.
«Che siano quelli trafugati dall’abitazione di Donna Allegra non ci sono dubbi» – ammette l’avvocato Luigi Chiappero, legale della famiglia Agnelli. Su uno degli orologi era addirittura inciso il nome «Umberto Agnelli», marito della signora e padre dell’attuale presidente della Juventus Andrea Agnelli, scomparso nel 2004. «Me li hanno dati, non sono miei, non so da dove arrivino, davvero» – ha provato a giustificarsi l’uomo con i militari. Poi si è chiuso nel silenzio. Molto probabilmente il pregiudicato 42enne, che è domiciliato nella periferia di Milano, a Cinisello Balsamo, stava cercando di «piazzare» quella fetta consistente di refurtiva. «In queste ore le indagini sono in piena evoluzione – spiega il dottor Giuseppe Ferrando, il procuratore capo di Ivrea -. L’arresto del kosovaro è stato solo un punto di partenza per ulteriori approfondimenti». Dopo l’arresto sarebbe stata effettuata anche una serie di perquisizioni nell’area del milanese a casa di «amici» della persona fermata a Desenzano sul Garda. Blitz che avrebbero portato al rinvenimento e al sequestro di altre collane e altri braccialetti, più monete d’oro celebrative. Secondo gli investigatori anche questi monili potrebbero appartenere ad Allegra Agnelli. Oppure sarebbero il bottino di diverse razzie avvenute, nei mesi scorsi, ai danni di famiglie facoltose del Piemonte e della Lombardia. Al momento, però, non arrivano conferme dalla Procura. Quello che adesso stanno cercando di capire gli inquirenti è il ruolo del 42enne, che potrebbe già essere interrogato oggi dai magistrati. Se è solo un semplice ricettatore con il compito di vendere la refurtiva. O se fa parte della banda di balordi che è entrata in azione la notte di Pasqua, eludendo tutti i controlli nella tenuta de La Mandria.
Un razzia che, per i carabinieri, sarebbe stata architettata ed effettuata con il prezioso aiuto di un basista. Uno in gradi di conoscere gli orari e le abitudini del centinaio di famiglie che abita nell’oasi verde, protetta da muri in cemento e agenti di sorveglianza. In questi giorni gli investigatori della sezione Antirapina del Nucleo Investigativo di Torino, stanno analizzando i tabulati telefonici delle diverse compagnie e migliaia di utenze di cellulari. In pratica, tutti i telefonini che si sono agganciati alla cellula di quella zona del Torinese nella notte del furto, ma anche nei giorni precedenti. Uno sforzo investigativo che, probabilmente, sta restituendo i primi risultati.