La Stampa, 14 aprile 2016
E Trump si presenta in tv con moglie e figlie
«Non cerchiamo la rissa, ma nemmeno scapperemo se scoppierà». È una minaccia per niente velata, quella che ha fatto il capo dei «Bikers for Trump» Chris Cox, annunciando che il suo gruppo di motociclisti ha in programma di calare sulla Convention repubblicana di Cleveland per difendere i diritti del loro candidato preferito. Nello slang li chiamano «white trash», la spazzatura dei bianchi poveri ed emarginati, e sono l’altra medaglia del consenso elettorale ottenuto finora da Donald.
Martedì sera Trump ha portato tutta la famiglia davanti alle telecamere della «Cnn», per mostrare la sua anima più docile. La moglie Melania e le figlie Ivanka e Tiffany, avute dalle due precedenti consorti Ivana e Marla, hanno fatto del loro meglio per dipingere il marito e padre nella luce più conciliante possibile. «Con lui – ha giurato Melania – le donne hanno sempre fatto carriera. Donald tratta tutti allo stesso modo. Ma proprio per questo, se sei una donna e lo attacchi ti risponde come farebbe con un uomo». Tiffany ha detto che «mi ha instillato la convinzione di poter realizzare qualunque obiettivo, come ai miei fratelli maschi. Semplicemente, aveva fiducia in me». Ivanka, la più attiva nella campagna che però ha dimenticato di registrarsi per votare, ha aggiunto che «il modo in cui ha trattato me e mia sorella è la dimostrazione di quanto creda nell’idea di ispirare e dare potere alle donne».
Lei e Melania hanno ammesso di avergli consigliato spesso di attenuare i toni, ma hanno pure difeso la sua irruenza: «La politica è crudele, come stare in una gabbia. Quando ti attaccano da tutte le parti, è umano rispondere».
A proposito di attacchi, però, è stato proprio Trump a passare dalle gioie famigliari, ai dolori della campagna, quando ha accusato la leadership del Partito repubblicano di imbrogliarlo: «Sono contro di me, il sistema delle primarie è taroccato». Si riferiva al caso del Colorado, dove gli elettori non hanno votato ma i delegati sono stati comunque assegnati al suo rivale Cruz, o a quello della Louisiana, dove lui ha vinto il voto popolare ma il senatore del Texas sta usando cavilli per portargli via rappresentanti alla Convention. Tutto con lo scopo di impedire a Donald di raggiungere la quota di 1.237 delegati, che farebbe scattare automaticamente la sua nomination alle presidenziali di novembre, e bloccarlo al congresso di luglio a Cleveland scegliendo un altro candidato. Il presidente del Gop, Reince Priebus, dice che «le regole erano note da tempo e toccava alle rispettive campagne di leggerle». Trump risponde che lui le ha lette, «però sono state riscritte apposta contro di me».
Queste tensioni stanno alimentando il timore non solo di «una «brokered convention», dove il Partito si spaccherebbe dimostrando le sue divisioni, ma anche quello di disordini e violenze fuori dal congresso.
I «Bikers for Trump», una specie di Hells Angels schierati con lui, sono solo una delle varie organizzazioni esterne che andranno a Cleveland a dimostrare, come ad esempio i Citizens for Trump o Black Lives Matter. «La nostra gente – ha detto Cox – capisce e rispetta le regole. Non prevedo la disobbedienza civile e non vedrete i motociclisti saccheggiare le farmacie o bruciare le auto della polizia. Se però ruberanno a Trump la nomination, sarà l’inferno. Non mento. Sarà brutta. Orribilmente brutta».