La Stampa, 14 aprile 2016
E il M5s diventa un partito, con tanto di segreteria
Nel Movimento cinque stelle sta per cambiare tutto: arriva una segreteria, le espulsioni non le deciderà più lo staff di Milano e arrivano nuove regole di vita interna dei meet up. La scomparsa di Gianroberto Casaleggio ha accelerato un percorso di istituzionalizzazione che prenderà il via entro un paio di settimane e che è stato disegnato negli ultimi due anni dal diarca milanese scomparso. Un M5S tutto diverso.
Nessuna sede fisica, come d’abitudine, ma una struttura «federale» retta dal software Rousseau, la piattaforma di partecipazione politica lanciata martedì. Sotto quel cappello agiranno tutte le istanze politiche del M5S, dai meet up fino ai vertici. Partiamo dall’alto.
Resta il direttorio dei cinque: nessun allargamento, nessuna riduzione. Un modo per dare continuità rispetto alle decisioni assunte dallo stesso Casaleggio, che già dal 2014 aveva lavorato a questa nuova architettura del M5S. E per non modificare l’unico caposaldo del Movimento dopo la scomparsa del cofondatore, dato che Grillo è intenzionato a tornare presto alla sua attività di comico.
Scendiamo. Sempre all’interno di Rousseau verranno nominate delle figure che costituiranno la «segreteria» del nuovo M5S. Oltre a Paola Carinelli, la più «casaleggiana» tra gli eletti a Roma, che dovrebbe assumere il ruolo che nei partiti ricopre il responsabile dell’organizzazione, verranno nominati dei responsabili di funzione. Ai meet up Roberto Fico e Alessandro Di Battista. Agli iscritti Danilo Toninelli. All’e-learning Nicola Morra. All’attivismo Paola Taverna. Al portale lex, che consente agli attivisti di «comporre» proposte di legge online, ci saranno Manlio Di Stefano e Nunzia Catalfo per il nazionale, Davide Bono per il livello regionale e David Borrelli per il parlamento europeo. Allo sharing Max Bugani e Marco Piazza.
A Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto e suo successore alla guida dell’azienda di famiglia, dovrebbe spettare un ruolo meramente tecnico e, nel contempo, viene smentita seccamente l’ipotesi di porre in votazione il nome del candidato premier del M5S prima che si sappia la data del voto.
C’è poi l’uso del simbolo del M5S, attraverso il quale si dà e si toglie la legittimità politica a liste, candidati e meet up e che ora è nelle mani di Grillo. Verrà ceduto all’associazione Movimento Cinque Stelle, dove il presidente è sempre lui: Giuseppe Piero Grillo. Una decisione dettata dall’esigenza di non finire penalizzati dalla nuova legge sui partiti. I quadri dell’associazione dovrebbero essere aperti a nuove figure, come i parlamentari, ma l’organigramma resterà molto snello.
Per prevenire infiltrazioni a livello locale verrà stabilito un codice comune per tutti i meet up secondo il quale occorrerà una frequenza continua da parte degli attivisti e verranno stabiliti meccanismi come il conteggio sul numero di votazioni. Questo perché le crisi nei meet up si risolvono spesso a scomuniche reciproche ed espulsioni comminate, finora, dallo staff della Casaleggio Associati. Impedendo, come capitato di recente a Ravenna e Rimini, la presentazione di una lista.
Anche qui c’è una novità. Il comitato dei garanti, oggi formato da Crimi, Lombardi e Cancelleri, verrà ampliato di due unità, con l’ingresso dei senatori Carlo Martelli e Paola Taverna. Un organismo che assumerà in sé sia l’istanza accusatoria, che verrà svolta a turno da due membri dei cinque, sia quella di collegio d’appello che svolgeva finora, riservata agli altri tre. Il potere di cacciare dal M5S passerà così dallo staff di Milano agli eletti. Una soluzione controversa che però dovrebbe essere preferita alla creazione di una struttura ad hoc, riservata all’accusa, che rischierebbe di creare una sorta di inquisizione Cinquestelle.