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 2016  aprile 14 Giovedì calendario

Grandissimo Ronaldo, ma sempre meno di Messi

Non ricordo un attaccante così completo e moderno come Cristiano Ronaldo. Ne ricordo molti altri, alcuni forse migliori, sicuramente diversi, come Messi o l’altro Ronaldo, quello «italiano». Ma Cristiano ha caratteristiche uniche, ha velocità e potenza, passa da un gioco lungo a uno improvvisamente corto, ha precisione di tiro, continuità. È prima di tutto un grande atleta, questa è la vera differenza. E sente il gol come nessuno da ogni posizione. L’unico piccolo limite è che ama troppo il gioco per essere anche un colpitore di testa. È uno da piedi. Da Cristiano Ronaldo ci si aspetta sempre il numero, ma la sua dote più grande è l’accelerazione che trova quando capisce che c’è aria di gol. Una rapidità vicinissima a quelli di Messi ma portata su un fisico nettamente superiore. In Brasile vecchi nostalgici mi hanno detto che ricorda Friedenreich, uno molto alto per il tempo (anni Venti), con finte impossibili e grande tiro. Era figlio di un commerciante tedesco e di una lavandaia afrobrasiliana. Segnò 1239, di cui 547 documentate da referti arbitrali (prima non c’erano). Era meticcio in un’epoca in cui i neri non potevano giocare in Nazionale. Così prima della partita si lavava i capelli crespi e li riempiva di brillantina per stenderli. Poi si incipriava e fingeva di essere bianco. L’inganno resse due anni, poi lo cacciarono. Ancora oggi in Brasile chi segna di più in un anno prende il premio intitolato a lui. Vera o no la somiglianza, metterei oggi Ronaldo al secondo posto tra gli attaccanti di sempre. Al primo Messi, che potrebbe benissimo giocare con Ronaldo, sarebbe anzi uno spettacolo, ed è stato fino a ieri il vero centravanti del Barcellona. Al terzo Ronaldo il brasiliano, attaccante formidabile, potenzialmente il migliore, ma con una carriera troppe volte spezzata. Al quarto posto Cruyff, che non era un centravanti vero ma ha segnato 500 reti in qualunque modo. Al quinto sono incerto tra Riva e Batistuta, ma anche Gerd Müller e Boninsegna, più tutti quelli che in questo momento mi sfuggono. Alla fine dico volentieri Riva. Non considero Maradona e Pelè, uno perché era un giocatore universale, un regista offensivo più che un attaccante classico. L’altro perché ha sempre avuto un centravanti di riferimento, anche se inedito come per esempio Tostao.