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 2016  aprile 14 Giovedì calendario

Un bambino autistico va a scuola e trova l’aula vuota. Sono andati in gita e non gliel’hanno detto

Livorno Giulio, 14 anni, frequenta una scuola media di Livorno. La mattina apre la porta della classe e la trova vuota. Tutti i suoi compagni sono in gita ma lui e la sua famiglia non sono stati informati. Giulio è autistico. Poco dopo Internet viene scossa da un post con la firma del ragazzino. «La mia classe oggi è in gita, io no. Nessuno ha avvisato la mia famiglia quindi sono andato a scuola regolarmente e mi sono trovato solo. Peccato mi sarebbe piaciuto molto passare una giornata all’aria aperta, con i miei compagni, in pullman, mi piace tanto il pullman, ma qualcuno ha deciso che questa giornata non era adatta per me. Ci sono rimasto molto male. Avrei potuto essere felice oggi, invece...».
Il post diventa virale e un caso politico. Su Internet arrivano raffiche di foto e di messaggi con su scritto «Io sono Giulio». Al Senato alcuni parlamentari toscani presentano un’interrogazione urgente al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini. E anche Matteo Renzi interviene. «Mandiamo un abbraccio a Giulio e a tutte le persone che vivono sulla propria pelle la sofferenza dell’ingiustizia», dice il premier rispondendo su «Matteorisponde» a un utente che gli chiede della vicenda di Livorno. Che non è la sola.
A Isernia, sempre in una scuola media, accade un episodio simile. Stavolta è Luigi, 15 anni, autistico, a trovare l’aula deserta perché i suoi compagni di classe sono in gita. È il padre a denunciare l’accaduto e a chiedere spiegazioni perché suo figlio ci è rimasto davvero male e ha molto sofferto. Che arrivano dal dirigente scolastico con tanto di scuse. «C’è stato un errore nell’organizzazione e la mancata comunicazione».
A Livorno, invece, le spiegazioni sembrano contraddittorie. Prima si parla di un errore di comunicazione con la famiglia di Giulio. Poi di un grande equivoco. «È sempre stato fatto tutto – sostengono alla scuola media livornese – in accordo con la famiglia del bimbo. I rapporti sono sempre stati collaborativi e corretti, tanto che il bambino è arrivato in terza senza problemi. La nostra scuola è un punto di eccellenza per l’accoglienza dei bambini con disabilità».
Ma le parole della mamma di Giulio ai giornalisti sono chiare e dettagliate: «La scuola ha deciso per me e per mio figlio – denuncia – e questo è inammissibile: la mattina stessa mi hanno detto che i compagni di Giulio erano in gita e lui sarebbe stato solo in classe. La maestra di sostegno mi ha chiesto scusa. Crediamo nella buona fede degli insegnanti, ma queste cose non devono accadere».