la Repubblica, 14 aprile 2016
Al Sisi dice che non sono stati i servizi segreti a uccidere Regeni ma «gente malvagia»
Dopo giorni nei quali sembrava che l’innegabile non potesse essere più negato, il presidente di Egitto Al Sisi torna a parlare dell’uccisione di Giulio Regeni, sollevando da ogni responsabilità i servizi di sicurezza. «Dobbiamo stare attenti alle menzogne messe in giro da persone attorno a noi, noi egiziani», ha detto Sisi incontrando in Parlamento esponenti di partiti politici, sindacati, organizzazioni varie e giornalisti di spicco. «Appena è stato annunciato l’omicidio, ci sono state persone fra noi che hanno detto che sono stati gli apparati di sicurezza». «Hanno detto che l’abbiamo ucciso noi. Sui social molte persone ne hanno parlato e molti professionisti dei media hanno pubblicato la notizia: non possono essere loro le vostre fonti». Dunque, dice Al Sisi, l’Egitto non ha alcuna responsabilità diretta nell’omicidio di Regeni pur ricordando, però, la «collaborazione con l’Italia», paese che ha ricordato ancora ieri nel 2013 si pose “al fianco dell’Egitto” nell’abbattimento del governo islamista di Mohamed Morsi.
Quelle che sembrano parole di circostanze sono in realtà macigni che vanno però contro una serie di fatti: Giulio che era stato segnalato ed era noto ai servizi di sicurezza egiziani, i rastrellamenti in piazza Tahrir il 25 gennaio, proprio mentre Giulio sparisce nel nulla. E poi ancora, e soprattutto, la «tortura» che il ragazzo ha dovuto subire come testimoniano le condizioni del suo cadavere. «Tortura» della quale Al Sisi continua a non parlare mai.
Ieri il ministro degli Esteri Sameh Shoukry ha aperto uno spiraglio sulla richiesta più rilevante degli inquirenti italiani: i tabulati telefonici delle zone dove è scomparso Regeni il 25 gennaio per i quali invece la procura generale egiziana aveva opposto un netto rifiuto. Intanto anche da Bruxelles arriva un appoggio a Roma. La portavoce dell’Alto rappresentante Federica Mogherini oggi ha fatto sapere che “il caso è sollevato ad ogni livello” nei contatti con l’Egitto e ha ribadito che la Ue “è pronta ad esplorare i modi migliori” per aiutare l’Italia. Dalla Francia, invece, sono arrivate forti proteste contro il presidente Hollande da parte delle Ong che denunciano come abbia dimenticato, in nome degli affari, di citare la vicenda Regeni.