ItaliaOggi, 13 aprile 2016
I russi non vanno in vacanza ma i turisti vanno a Mosca
Il 2015 è stato l’annus horribilis del turismo russo. La scorsa estate era sufficiente fare una passeggiata sulla spiaggia di Rimini per rendersi conto che qualche cosa era cambiato: rispetto alle stagioni precedenti c’erano molti meno turisti dell’Est ad abbronzarsi in riviera. E l’Italia non è nemmeno stata tra le destinazioni più colpite dal crollo dei viaggi in Russia.
Secondo l’Unione dell’industria turistica russa nel 2015 i flussi turistici in uscita dalla Federazione sono diminuiti del 31,3% arrivando a 12 milioni di viaggi all’estero, il dato peggiore degli ultimi diciotto anni. Per trovare un crollo simile bisogna infatti arrivare al 1998, quando Mosca stava vivendo un’altra crisi economica e Rosstat fotografò un calo del 24,4% sull’anno precedente. Nel 2015, come ha detto la portavoce degli operatori turistici, Irina Tyurina, le spiegazioni del crollo sono essenzialmente due: la crisi economica con l’annessa perdita di valore del rublo e le decisioni di Vladimir Putin di vietare voli verso Turchia ed Egitto, le due mete più popolari per la classe media russa (2,6 milioni di turisti la prima, per un calo del 19% sul 2014; e 1,8 milioni di turisti la seconda per una contrazione del 28%). E queste due mete, secondo quanto affermato nei giorni scorsi da Roman Skory, vicedirettore dell’Agenzia federale per il turismo, resteranno interdette ai russi anche nel 2016.
Nel 2014, quando già la situazione a Mosca non era proprio rosea, il comparto turistico aveva perso solo il 4% rispetto all’anno precedente, quindi le decisioni politiche hanno pesantemente influito sulla voglia di vacanza dei russi e hanno peggiorato un dato già influenzato dalla recessione economica.
I cali più consistenti hanno riguardato l’Indonesia (meno 96%), la Tunisia (meno 83%) e la Repubblica Dominicana (meno 82,5%); in Europa, invece, la Grecia ha registrato una diminuzione dei turisti russi del 48%, seguita da Bulgaria, Spagna e Croazia con un 41%. L’Italia, settima meta turistica più gettonata dai russi, ha perso il 35,65% passando dai 747 mila turisti russi del 2014 ai 481 mila del 2015.
Lo scorso anno, però, la Russia si è riscoperta meta turistica per viaggiatori dall’estero: sono arrivati quasi 3 milioni di turisti stranieri per una crescita del 13,7% sul 2014. Il rublo debole, in questo caso, ha favorito la situazione. «Questo ha permesso di vendere viaggi organizzati a cifre economiche, ha spiegato Tyurina, e di trovare pernottamenti in strutture di qualità a prezzi bassi anche a Mosca e San Pietroburgo».
Il 2015 è stato l’anno dei cinesi in Russia: 677 mila per un aumento del 65,3%; poi i turisti tedeschi, 358 mila per una crescita del 2,5%; e quelli americani, 165 mila, più 2%. Nei primi nove mesi dello scorso anno anche la crescita dei viaggiatori turchi era in doppia cifra, poi le sanzioni prese da Mosca dopo l’abbattimento di un proprio aereo da guerra da parte dell’Aeronautica militare turca ha raffreddato il trend, che a fine anno era comunque positivo: 3,4% per 139 mila turisti. La crescita percentualmente maggiore è dell’Iran (106%), della Thailandia (57%) e dell’India (70%).