Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 13 Mercoledì calendario

Gli italiani dormono sempre meno

Niente sonno per gli italiani. Le notti sono diventate piccolissime, i sogni sempre più scarsi. L’addormentarsi è una lotta, le notti ad occhi aperti sempre di più. È tutto un rincorrersi di luci che si accendono e si spengono senza pace.
IL PROBLEMA
Sono 9 milioni gli italiani con insonnia cronica e, visto l’andamento degli ultimi anni, sembra che il numero sia destinato a crescere. Dal 1965 ad oggi c’è stata una riduzione media di sonno giornaliera di circa 1,5-2 ore. Che, il giorno dopo, si traducono in stanchezza, deficit di concentrazione di memoria e disturbi dell’umore. E non basta. Una riduzione di sonno cronica, infatti, “aiuta” la crescita di casi obesità, diabete, ipercolesterolemia e depressione.
Il sonno, insomma, è diventato un vero lusso. «Dormiamo meno e peggio del passato – spiega Francesco Peverini direttore scientifico della Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno e autore del libro “È facile dormire se sai come farlo” (Bur) – Accade al 40% degli adulti e purtroppo al 70% dei bambini e degli adolescenti. Circa il 20% degli italiani soffre di un disturbo del sonno ma non è ancora accettata l’idea di rivolgersi a un medico per discuterne. Inoltre in molti, troppi, al risveglio, pur avendo dormito un numero considerevole di ore, sono invece ancora stanchi e il loro riposo notturno non ha dato i risultati sperati». Quelli che oggi vengono definiti i “poor-quality sleeper” ovvero il “dormitore di scarsa qualità” con problemi fisici e psicologici. Senza contare che la sonnolenza è responsabile del 20% degli incidenti stradali.
LE CAUSE
Perché il dormire sembra essere diventata una parte della giornata che si può sopprimere, compensare la notte dopo o anche evitare. Ignorando che quelle ore sono un vero bisogno fisiologico. I complici di questa trasformazione non si contano: dalla non consapevolezza del potere terapeutico del dormire alla tv, i tablet e le chiacchierate on line in piena notte. Quasi una mutazione nei comportamenti generazionali. Una volta erano i nonni che faticavano ad addormentarsi e la notte si trovavano a passeggiare in corridoio oggi sono i nipoti, sotto i vent’anni, che vegliano quasi fino all’alba. I “privati di sonno” come li bollano gli specialisti. Negli ultimi 4-5 anni i pazienti under 20 colpiti dall’insonnia sono quasi raddoppiati nei centri specializzati.
«Se dieci anni fa erano meno del dieci per cento – riflette Luigi Ferini Strambi, direttore del centro di medicina del sonno dell’Ircc San Raffaele di Milano e presidente dell’Associazione mondiale di medicina del sonno – oggi raggiungono quasi il venti. C’è chi non riesce ad addormentarsi, chi ha difficoltà a rilassarsi, chi si sveglia molto presto e non riesce più a riposare». E tra gli adulti almeno dieci su cento, ogni sera, devono prendere un farmaco per riuscire a riposare come si deve. Siamo a poco più di 6 ore e mezza a notte nella popolazione generale. Siamo lontani dai tempi consigliati. Dai 18 ai 64 anni, infatti, le ore dovrebbero essere 7-9.
IL CERVELLO
«Nessuna demonizzazione verso la tecnologia – ricorda Peverini nel suo libro – Il “colpevole” è l’affaticamento visivo. Può attivare aree del cervello connesse con i centri del sonno e l’ipotalamo modificando il rilascio di molecole ed ormoni in grado di alterare il fisiologico ritmo sonno-veglia. Se la sera prima di dormire si usano troppo a lungo gli schermi retroilluminati, si riproduce lo stesso meccanismo che determina il jet lag. Un’abitudine che può far comparire o acuire un disturbo. È importante, per esempio, la velocità di aggiornamento della pagina». Una raccomandazione: interrompere qualunque attività impegnativa per il cervello almeno un’ora prima di andare a dormire.