il Fatto Quotidiano, 13 aprile 2016
Dieci consigli per sopravvivere a un Gemelli
L’astrologo lo dice da sempre: mai accasarsi con un Gemelli. L’ha imparato, a sue spese, pure l’ex ministro Federica Guidi, intortata e vampirizzata da un certo Gemelli Gianluca. Meglio single o male accompagnate, dunque? Per non scontentare nessuno, nemmeno la “sguattera del Guatemala”, abbiamo abbozzato un decalogo per amanti tristi, che hanno smarrito l’Amoris Laetitia (copyright Papa) perché pessimamente assortite o sole. Con mestizia, infatti, la single Maria Elena Boschi dichiarò: “Torno tardi dal lavoro, la casa è sempre vuota, sono lì da sola a bermi una tazza di latte”.
Sulla scorta di recentissime letture – Gli ultimi libertini di Benedetta Craveri; Lettere alle amiche di Céline; Il demone della frivolezza di Giuseppe Scaraffia –, ecco i consigli per gli acquisti di un Signore o per sopravvivere a chi signore non è.
1. Un amore basta e avanza. Meglio fare una cosa, o farsi un coso, alla volta, non per monogamia ma per comodità: un signore è più che sufficiente, sia esso marito, amante, fidanzato. Avverte la Guidi che il compagno si sente “sempre particolare, particolare per il lavoro, particolare quando ha il divorzio, particolare in tutto”.
2. Non fare del tuo bello un idolo. Non prostrarti davanti a lui e non servirlo. Guidi stigmatizza il “maschilismo da deficiente” di Gemelli, che la tratta come “una sguattera del Guatemala”. Meglio quindi procacciarsi una domestica, che soccorra il consorte “tutte le volte… le camicie, le cattiverie”. Prima andavano di moda le filippine, oggi le guatemalteche: scegliere in base al merito, però, non all’etnia, per evitare accuse di razzismo.
3. Non pronunciare nomi invano. “Bisogna essere educati”, sostiene Casanova. Se si è l’amante mai fare il nome della moglie. Se si è la moglie mai evocare la fidanzata. Se si è soci in affari, mai nominare gli avversari; se si è politici, mai parlare di faccendieri e via così.
Nb: la regola vale anche per le telefonate, gli sms, le mail, i pizzini. Nelle conversazioni private la magistratura magari non sente, ma il Signore sì.
4. Osserva il giorno del suo riposo, sia esso il sabato, la domenica, il primo maggio, il martedì di Champions League, il mercoledì di Champions League. Ritagliarsi un’ora d’aria il lunedì pomeriggio, in compagnia di amiche parrucchiere e attrici, le uniche libere quel giorno. Mai lamentarsi se si è trattate come “segretarie”: dopotutto, la dattilografa di T. S. Eliot diventò sua felice mogliettina.
5. Porta rispetto a suo padre e a sua madre. Il signore tiene sempre famiglia.
6. Non coltivare pensieri omicidi nei suoi confronti. Anche se ti subissa di richieste assurde, tipo fargli guadagnare milioni di euro o presentargli “l’ad di Shell, di Total, di Tamoil”, rispondigli che non hai la bacchetta magica, non sei ministro della Repubblica e tieni le unghie troppo lunghe per rapinare una banca.
In alternativa c’è la risoluzione Flaiano: “Un colpo di pistola evita ogni penosa discussione. Il problema però è: a chi sparare? A se stessi o all’interlocutore? Nel dubbio, astenersi. Ma non venite poi a lagnarvi che le discussioni sono inutili”.
7. Non commettere adulterio. Lo pretende pure Céline dalle sue amiche: lui poteva tradirle, loro no. A una scrisse: “Usi tutte le sue armi, tutt’insieme. Ma niente amore senza preservativo, altrimenti da dietro. Attenzione ai bambini e alle malattie!”.
8. Non sottrargli nulla con la frode. Secondo Scaraffia, “l’ultima moda è il power flirt, in cui i due membri della coppia sono separati da una distanza sociale o professionale”: tuttavia, anche in caso di palese disparità, nulla (nemmeno il segno zodiacale) autorizza ad appropriarsi di soldi, case e appalti altrui.
9. Non dire bugie pro o contro di lui. Evita di imitare Madame de Staël, che minacciò un falso suicidio: “La mia vita, la mia reputazione, la mia tranquillità: tutto vi è appartenuto. Sei il più barbaro degli uomini”.
Per la cronaca, il signor Narbonne e altri libertini furono fatti fuori dalla bacchettonissima rivoluzione francese.
10. Non desiderare il suo patrimonio, né tantomeno condividerlo. Guidi avrebbe riferito di non avere interessi né conti comuni con Gemelli e di aver sempre provveduto lei alle necessità del figlio. Più autarchia per tutte, come la Boschi: “Stiro, lavo e vado al supermercato da sola”. Meglio sole che sòle.