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 2016  aprile 13 Mercoledì calendario

È morto Gianroberto Casaleggio • Approvata la riforma costituzionale • Matteo Renzi in Iran • L’Ue richiama l’Austria: al Brennero niente muri • La ricercatrice italiana uccisa a sprangate a Ginevra per la borsetta • La killer dell’ombrello perde la semilibertà per le foto su Facebook

  Casaleggio 1 È morto a 61 anni Gianroberto Casaleggio, cofondatore del Movimento 5 Stelle. Domani alle 11 i funerali nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, non lontano dall’ospedale dove era ricoverato — sotto il falso nome di Gianni Isolato — da una settimana e dove è morto, ieri mattina, per un ictus. Beppe Grillo, che con lui ha fondato sette anni fa il movimento politico, è arrivato a Milano ieri sera: è stato lui, sul blog, a confermare la notizia della morte: «Ha lottato fino all’ultimo », ha scritto, riferendosi al tumore che, due anni fa, l’aveva già portato in ospedale, per un delicato intervento alla testa. Per i medici aveva un’aspettativa di vita di sei mesi, ma Casaleggio ha resistito — andando al lavoro alla Casaleggio associati fino alla settimana scorsa — ancora a lungo (Liso, Rep).

Casaleggio 2 Quando arriva la notizia della morte di Casaleggio i parlamentari 5 Stelle Alessandro Di Battista e Paola Taverna scoppiano in lacrime. Commossi e sconcertati anche Rocco Casalino, Alessio Villarosa, Luigi Di Maio. Beppe Grillo annulla lo spettacolo, si precipita da Napoli a Milano e affida al blog il suo messaggio d’addio: «Gianroberto ha lottato fino all’ultimo». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si dice «particolarmente colpito» dalla sua «prematura scomparsa». Dario Fo è commosso: «Una perdita gigantesca». Arriva anche il messaggio di cordoglio, nonostante «un radicale dissenso», del presidente del Consiglio Matteo Renzi. E parla Pier Luigi Bersani: «Casaleggio era un visionario. Si prova tristezza quando se ne va una personalità controversa ma forte e capace di portare cose nuove». L’ex segretario del Pd affida ai 5 Stelle il messaggio di Orazio: «Nabis sine cortice», nuoterai senza salvagente. E ora il Movimento, con un fondatore che non c’è più e un altro (Grillo) che ha fatto «un passo di lato», dovrà nuotare davvero da solo. Come sintetizza un po’ brutalmente il primo ex dei 5 Stelle, Adriano Zaccagnini: «Da domani si apre la successione del potere. Sarà un passaggio dinastico al figlio o una lotta tra piccoli satrapi? O ci sarà un vero congresso democratico?» (Trocino, Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Costituzione La Camera ha approvato una volta per tutte (361 sì, sette no, due astenuti) la riforma costituzionale che dopo 70 anni manda in archivio il bicameralismo paritario, riduce a un terzo il Senato (non più eletto a suffragio universale) e consegna ai deputati il compito di votare la fiducia la governo. Al momento del voto le opposizioni hanno lasciato l’Aula. La riforma Renzi-Boschi ha ottenuto al maggioranza assoluta ma non quella dei due terzi e, dunque, ora passerà al vaglio del referendum confermativo programmato per ottobre. Renzi ha parlato di «giornata storica» e ha ringraziato l’ex presidente Napolitano, «è la sua vittoria». La ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, si è detta dispiaciuta per l’abbandono dell’Aula delle opposizioni. Per Berlusconi «la Carta andava riscritta insieme» (Martirano, Cds).

Iran Ieri Matteo Renzi ha incontrato a Teheran Hassan Rohani. I due si sono rivisti dopo appena 75 giorni dalla visita del presidente iraniano a Roma, prima capitale europea ad aprirgli le porte dopo la fine delle sanzioni e ora il capo del governo italiano è stato il primo leader occidentale di peso a far visita a Teheran, condizione necessaria per far tornare l’Italia il principale partner commerciale della Repubblica Islamica. Insieme al premier, al sottosegretario allo Sviluppo Scalfarotto e al ministro dell’Istruzione Giannini ci sono 54 aziende. L’incontro con Rouhani dura un’ora e mezza. Si parla di Afghanistan, Siria, Iraq, Libia e Yemen, scenari di crisi sui quali vengono annunciate «maggiori consultazioni» bilaterali. Poi i due si concentrano sul business, tema centrale della visita, vitale per la ripresa iraniana e una scommessa per aiutare la crescita italiana. La frase chiave la pronuncia il padrone di casa: «Prima delle sanzioni l’Italia era il nostro primo partner commerciale, vogliamo che torni ad esserlo». Esattamente ciò che sperano gli italiani. L’Iran è un mercato da 80 milioni di cittadini, un hub commerciale da 400 milioni di consumatori e la seconda economia della regione che dopo essere stata soffocata dalle sanzioni può ripartire con una crescita stimata del 5,4% nel 2017-2028. Il problema della sofferente economia iraniana è la liquidità e per questo la Cdp con Sace e Simest ha portato 3 linee di credito per un totale di 4,8 miliardi con i quali l’Iran si finanzierà sul mercato internazionale e implementerà, questo il progetto caldeggiato da Renzi e Rouhani, i 36 accordi firmati in parte tre mesi fa a Roma e ora a Teheran. Ieri la parte del leone l’hanno fatta le Fs, con la firma di un accordo da 3,5 miliardi in 10 anni per costruire l’alta velocità nella Repubblica Islamica. Altri sei accordi di peso tra i quali Enel sul gas, Milano Sea per la costruzione del nuovo scalo a Teheran, Danieli sui ricambi auto e due collaborazioni su turismo ed energia. Ma nella partita entreranno altri big come Anas per costruire il corridoio autostradale Nord-Sud da un miliardo o la realizzazione italiana di 5 ospedali. Nel prossimo lustro Roma punta a ottenere 15 miliardi di appalti. Per l’ad di Eni Claudio Descalzi «l’Italia si è mossa velocemente, ci sono grandi opportunità». L’interscambio tra Italia e Iran nel 2011 era di 7 miliardi, oggi il nostro export vale 1,2 miliardi: l’obiettivo è portarlo ad almeno 2,7 entro il 2020 (D’Argenio, Rep).

Austria Nell’Europarlamento di Strasburgo il commissario per l’Immigrazione, il greco Dimitris Avramopoulos, ha affermato che «quello che sta accadendo al confine tra Italia e Austria non è la soluzione giusta» e ha esortato a «costruire ponti, non muri». La Commissione Ue si è dichiarata «molto preoccupata» dalle notizie sulla barriera austriaca. «Per ora abbiamo visto l’annuncio sulla stampa — ha fatto sapere tramite una portavoce —. Ma, se il piano dovesse materializzarsi, guarderemo alla situazione con molta serietà». Matteo Renzi ha mobilitato il neo rappresentante diplomatico presso l’Ue, l’ex viceministro Carlo Calenda, per sollevare il caso Brennero a Bruxelles. «Ho chiesto di verificare tutti i passaggi normativi per chiedere conto della correttezza rispetto alle leggi europee», ha detto Renzi. I ministri degli Esteri e degli Interni, Paolo Gentiloni e Angelino Alfano, hanno inviato una lettera ad Avramopoulos sulle «misure annunciate» da Vienna chiedendo «con estrema urgenza la verifica della loro compatibilità con le regole di Schengen» (Caizzi, Cds).

Delitto Valentina Tarallo, 29 anni. Originaria di La Loggia, nel Torinese, ricercatrice, dopo la laurea si era trasferita a Ginevra per frequentare un dottorato in microbiologia molecolare. «Brillante, dolce ma determinata», amava i viaggi e la danza. L’altra sera, dopo la palestra, camminava verso casa quando un africano sui trent’anni, per rubarle la borsetta, le spaccò il cranio con un piede di porco lungo una settantina di centimetri. Verso le 23.30 di lunedì11 aprile in avenue de la Croisette a Ginevra.

Facebook La trentenne romena Doina Matei, che il 26 aprile del 2007 uccise Vanessa Russo colpendola con la punta dell’ombrello in un occhio dopo una lite in una stazione della metropolitana di Roma, dopo otto anni di reclusione (deve scontarne sedici) aveva ottenuto la misura alternativa alla detenzione: fuori di giorno e dentro di notte, dalle 22 alle 6 del mattino. Uno sconto di pena riconosciuto per la buona condotta e per il suo pentimento. Poi però ha postato sul suo profilo Facebook le sue foto in costume al Lido di Venezia e il magistrato di sorveglianza di Venezia, Vincenzo Semeraro, le ha sospeso la semilibertà. L’avvocato Nino Marazzita, suo difensore: «Questo è un brutto passo indietro per la mia assistita. Ma la sospensione durerà giusto il tempo di discuterla davanti al tribunale di Venezia dove dimostreremo che fra i divieti non c’era quello specifico dell’uso del social network». «Sono sconvolta, non sapevo di non poter usare Facebook, mi spiace molto se ho fatto del male a qualcuno...», si è difesa Doina che già sognava l’affidamento in prova ai servizi sociali per tornare a vivere con i suoi bambini (Pasqualetto, Cds)

(a cura di Roberta Mercuri)