Libero, 12 aprile 2016
La gente compra di nuovo mobili
Si registra il tutto esaurito anche quest’anno per il prestigioso Salone del Mobile, che si conferma per aziende, operatori e visitatori l’appuntamento più importante al pianeta del settore. Palcoscenico mondiale di tutte le novità dell’arredo casa, la manifestazione compie cinquantacinque anni all’insegna dell’innovazione e dell’internazionalizzazione, grazie pure alla continua crescita di espositori esteri, quasi il 30% delle aziende presenti. Per l’edizione 2016, che inizia oggi per terminare domenica 17 aprile nel quartiere fieristico di Rho, scendono in campo il Salone del Mobile insieme a quello del Complemento d’arredo con oltre 1.300 partecipanti distribuiti su una superficie di quasi 150 mila metri quadri, suddivisi nelle tipologie stilistiche classico e design pensate per consentire a compratori, addetti ai lavori e visitatori un percorso funzionale a 360 gradi. Una vasta offerta in grado di coniugare qualità e tecnologia, frutto della creatività delle migliori imprese del settore, capaci di sviluppare la propria attività investendo ogni anno risorse ed energie nell’innovazione. Il 67% delle realtà presenti ha infatti dichiarato di aver effettuato nell’ultimo trimestre notevoli investimenti di macchinari, attrezzature e personale. Ma quello che l’economia italiana desidera festeggiare questa settimana è l’aumento dell’1% sul mercato interno dell’arredamento nell’esercizio 2015 (per la prima volta negli ultimi sette anni) che sposa finalmente il successo dell’export e un fatturato alla produzione di 24,924 miliardi di euro, in crescita del 3.4% rispetto al 2014. Quindi i ricavi della filiera appaiono in aumento anche per merito dei bonus mobili e delle detrazioni fiscali sulla casa, mentre l’indotto risulta sempre lusinghiero per la soddisfazione di alberghi e ristoranti che accoglieranno migliaia di persone. Controverso l’andamento economico finanziario con le nazioni straniere: negli ultimi due anni il made in Italy ha sofferto un calo dalla Russia del 20%, compensato però dall’incremento in altre aree geografiche. Decisamente bene il business con gli Stati Uniti grazie al dollaro forte e segni positivi sia dalla Cina sia dai Paesi mediorientali.