La Stampa, 12 aprile 2016
Lo stadio Olimpico si chiamerà Grande Torino. Cairo mette la firma sul futuro granata
Verba volant, scripta manent. Se potesse, però, Urbano Cairo alzerebbe attorno al suo allenatore un recinto per stare più tranquillo. Nonostante il rinnovo di Giampiero Ventura per altri due anni, infatti, le voci sul possibile addio del tecnico non si sono del tutto sopite, soprattutto se arrivasse la chiamata della Nazionale. Un caso che il patron del Toro vuole allontanare il più possibile, ma neanche lui ha la certezza assoluta della soluzione, nonostante la forza di una firma. La palla di questa strana partita ce l’ha l’allenatore, che evidentemente deve ancora ragionare con la proprietà, visto che solo poche ore fa lo stesso ds Petrachi rispondeva con un lapidario «vedremo» sul suo futuro. Probabilmente le prossime settimane chiariranno ciò che nessuno in questo momento può mettere nero su bianco, anche se il Toro la sua scelta l’ha fatta. «Ho letto anch’io dell’ipotesi azzurra – dice Cairo -, ma io vedo Ventura ancora al Torino e comunque c’è un contratto che parla. Nel nostro progetto c’è lui e basta. Abbiamo passato 5 anni splendidi: il suo lavoro è stato eccezionale e io continuerò con gli investimenti per una squadra ambiziosa, magari facendo uno sforzo in più».
La Mole granata
Cairo è uscito allo scoperto srotolando le intenzioni di un Toro in pieno processo evolutivo, ancor più convinto di qualche tempo fa che sia Ventura il condottiero giusto per intraprendere una nuova sfida verso l’alto. «Inizierà una nuova era», l’ha ribattezzata il patron mettendo insieme i tasselli di un lunedì torinese davvero emozionante per il popolo granata. Cominciato in Comune con il completamento dell’iter finanziario e amministrativo per la ricostruzione del Filadelfia, con la stipula del mutuo di 3,5 milioni da parte della Regione. E terminato con la notizia quasi ufficiale che lo stadio Olimpico si chiamerà Grande Torino, probabilmente già contro il Sassuolo, mentre il prossimo 4 maggio la Mole si colorerà di granata.
Tra Filadelfia e giovanili
Il presidente non si è fatto mancare neanche il lungo fuori programma nel cantiere, dove il prossimo ottobre risorgerà lo storico impianto del Grande Torino. Casco in testa e pettorina da operaio, ha constatato l’avanzamento dei lavori e respirato l’aria che tra pochi mesi sarà di casa. Anche per il club, che traslocherà dal centro città. «Il Fila è qualcosa di magico e unico – aggiunge Cairo -, ma non dimenticatevi che abbiamo preso anche un grande polo sportivo, il Robaldo, che tra un po’ sarà il quartier generale delle giovanili». Il Toro ha grandi progetti, anche per questo finale di stagione. «Prima della sfida contro l’Inter – rivela Cairo – ho chiesto alla squadra una volata importante. Due anni fa nelle ultime 10 incassammo 21 punti, adesso siamo a 6 con la possibilità di farne tanti altri. All’andata partimmo a razzo, possiamo ripetere quel cammino. L’8° posto sarebbe un risultato eccellente».