Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 12 Martedì calendario

Il dilemma di Merkel: difendere la libertà d’espressione o l’accordo con Erdogan

C’è una certa «fatica da leadership», sulle spalle di Angela Merkel. L’accordo che la cancelliera ha voluto a ogni costo con Recep Tayyip Erdoğgan è un passaggio cruciale per mettere sulla strada di una possibile soluzione la crisi dei rifugiati. Allearsi con un autoritario come il presidente turco rischia però di svuotare di energia anche la leader più robusta. Ieri, per esempio, si è saputo che Ankara ha chiesto ufficialmente a Berlino di mandare a processo un comico tedesco, Jan Böhmermann, che lo scorso 31 marzo aveva recitato su un canale pubblico della televisione, Zdf, un poema satirico piuttosto «forte» nei confronti di Erdogan. Ciò ha messo Frau Merkel davanti al dilemma: realismo di Stato o libertà assoluta di espressione?
La vicenda fa i titoli dei giornali da un po’. Böhmermann non è stato leggero: durante il suo show Neo Magazin Royale, si è presentato seduto sotto la fotografia del presidente turco e l’ha accusato, tra molte altre cose, di fare sesso con pecore e capre, di reprimere le minoranze, prendere a calci i curdi e picchiare i cristiani mentre legge pornografia pedofila. Satira, per quanto offensiva. Prima di pronunciare la poesia, aveva anche avvertito che si trattava di una provocazione non consentita dalla legge tedesca, che lui intendeva sfidare. L’articolo 103 del Codice penale stabilisce infatti che chi insulta organi o rappresentanti di Stati esteri è punibile, anche con anni di prigione.
Il fatto è però che, affinché venga processato, occorre che l’offeso lo pretenda – e Erdogan lo pretende – e che il governo tedesco sia d’accordo – e su questo il portavoce di Merkel non ha detto un no secco, ieri, ma ha spiegato che la richiesta sarà esaminata. La scelta: inacidire i rapporti con Ankara o mettere sotto processo un attore? È faticoso, ma nell’età degli uomini forti al potere, servono donne forti al potere.